Fu “una strategia condivisa” quella che portò il titolo Bnl a oscillare come un pendolo impazzito nell’estate del 2005, quella dei furbetti del quartierino e della scalate bancarie. E a telefono con l’ex numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, c’erano anche tre esponenti dell’allora Ds, Massimo D’Alema, Piero Fassino e Nicola La Torre. Da “Abbiamo una banca” al “Facci sognare” quelle conversazioni per cui fu chiesta, in un clima di polemiche infuocate, l’autorizzazione. Le conseguenze di quelle telefonate, che furono intercettate, sono tornate di nuovo a essere richiamate in aula; quella del processo Unipol bis. Un processo morto per prescrizione anche se il sostituto pg di Milano, Felice Isnardi, ha chiesto che venga affermata la responsabilità penale dell’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, di Giovanni Consorte e altre undici persone per aggiotaggioL’accusa ha dovuto chiedere il non doversi procedere, ma ha invocato sanzioni pecuniarie per le società imputate, tra cui Unipol.

Il 7 dicembre 2012 la Cassazione aveva annullato con rinvio a un nuovo processo in appello le assoluzioni, disposte in secondo grado, il 30 maggio 2012. Erano state confermate, invece, le condanne per insider trading agli ex ad di Unipol Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti (rispettivamente ad un anno e sette mesi e ad un anno e sei mesi di carcere). I due manager erano stati assolti in secondo grado dall’aggiotaggio, proscioglimento anche questo annullato con rinvio dai supremi giudici.

Nel frattempo a fine 2012 è intervenuta la prescrizione per quel reato, quindi il pg ha chiesto ai giudici della III sezione penale della Corte d’Appello (presidente del collegio Arturo Soprano) che venga dichiarata la loro responsabilità penale, ma anche il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Responsabilità penale che se verrà accertata dai giudici e poi confermata dalla Cassazione avrà effetti sui risarcimenti a carico degli imputati nei confronti della parte civile Banco Bilbao, che in primo grado aveva ottenuto una provvisionale di 15 milioni di euro, poi annullata con le assoluzioni in appello. Erano ‘cadute’ in appello anche le sanzioni pecuniarie per la legge 231 del 2001 per Unipol (720mila euro), Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Hopa spa. Il pg ha chiesto, invece, che vengano ripristinate le sanzioni decise in primo grado.

Secondo Isnardi, che ha ricordato nel corso del suo intervento anche le telefonate intercettate tra Consorte e gli esponenti degli allora Ds Latorre, D’Alema e Fassino, nel tentativo di scalata nella cosiddetta estate dei ‘furbetti del quartierino gli imputati hanno prodotto “una sensibile alterazione del prezzo del titolo Bnl”, attraverso una “strategia condivisa” con un “aggiotaggio informativo e manipolativo”.

Tra gli imputati l’ad di Unipol Carlo Cimbri, gli immobiliaristi Danilo Coppola, Stefano Ricucci e Giuseppe Statuto, l’eurodeputato del Pdl Vito Bonsignore, il finanziere Emilio Gnutti, il banchiere Bruno Leoni, l’editore Francesco Gaetano Caltagirone e i fratelli Ettore e Tiberio Lonati. Giovedì 31 ottobre inizieranno a parlare le difese e la sentenza è attesa per il 6 dicembre.

Articolo Precedente

Tangenti Sesto, “in tredici anni almeno tre milioni a Penati”

next
Articolo Successivo

“Amianto sui traghetti”, a Napoli processo agli ex amministratori della Tirrenia

next