L’aggressività non è solo attiva, ma anche passiva. L’aggressività non è solo quella che si manifesta con comportamenti e parole che prevaricano la persona a cui sono rivolte, ma è anche quella messa in atto attraverso comportamenti invisibili che ugualmente esprimono rabbia e ostilità in forme indirette e passive.

L’aggressività passiva è quella espressa, per esempio, quando si mette il muso, quando si arriva sistematicamente in ritardo o si perde tempo, quando si omettono delle informazioni, quando si parla alle spalle o non si ascolta l’interlocutore e tanto altro.

Per alcune persone è molto semplice affermare il proprio punto di vista, a volte lo fanno fin troppo chiaramente. Per loro può essere difficile considerare un punto di vista diverso, spesso i modi sono così determinati, da prevedere poche obiezioni.

Per altri è più difficile, a volte impensabile, esprimere un parere diverso da chi gli sta di fronte, amico, partner o genitore che sia. Spesso si combinano coppie di partner opposti: uno che afferma in modo determinato il proprio punto di vista, l’altro che subisce o meglio trova più facile esprimersi in modo indiretto: tirandosi fuori dalla comunicazione, e a volte dalla relazione, per esempio non entrando nel discorso, oppure accettando una richiesta che poi non riesce a mettere in pratica, cercando soluzioni indirette che possono arrivare a casi estremi, per esempio una moglie che viene informata dell’intenzione del marito di separarsi dalla lettera del suo avvocato, oppure un lui capisce che lei non vuole più sposarlo solo quando non si presenta al matrimonio (mi è capitato tanti anni fa di essere invitata ad uno di questi matrimoni).

Un marito non decide all’improvviso di separarsi, come ha fatto lei a non accorgersene? Lui d’altra parte come è riuscito a nascondere eccellentemente i propri sentimenti e decidere per una separazione senza aver costruito il contesto con la moglie. Anche chi rimane al palo deve chiedersi come ha fatto scappare l’altro e questi come è arrivato a fissare una data di matrimonio senza volerlo…

Qualche caso di stalking parte da situazioni di questo tipo.

Attivo o passivo, il modo di esprimere il proprio punto di vista o la propria contrarietà, rabbia o ostilità, è il risultato della combinazione di predisposizioni e apprendimento.

Difficile ribellarsi apertamente a genitori perfezionisti ed esigenti. Meglio esprimere il contrasto attraverso forme indirette e manipolatorie. Difficile anche affermare il proprio punto di vista se si è vissuti in un ambiente iperprotettivo da cui si è rimasti dipendenti e non si è sviluppata la capacità di scelte autonome.

Dire no sembra più pericoloso che mancare a una promessa fatta, è la paura delle reazioni dell’altro, che siano di rimprovero o di delusione, che fa accondiscendere, fino a fare promesse che non si riuscirà a mantenere e che provocheranno ugualmente le reazioni negative temute.

In una coppia che ho visto ultimamente, lei esprimeva direttamente la rabbia alzando la voce, accigliando lo sguardo, battendo i pugni sul tavolo, lui rimaneva impassibile, quasi impermeabile. Gli capitava spesso però di mancare gli appuntamenti per imprevisti cambiamenti dei turni di lavoro o per malesseri improvvisi, come gli capitava a volte di dimenticare di dare alla moglie informazioni importanti, per esempio rispetto a certi cambiamenti di programma.

Teoricamente ognuno può spaziare tra un modo attivo e uno passivo di affermarsi, in pratica, ci troviamo più facilmente a mettere in atto le stesse modalità.

L’ideale sarebbe trovare un equilibrio tra i due opposti e affermare il proprio punto di vista senza prevaricare o manipolare l’altro, mettendo in pratica quello che viene chiamato comportamento assertivo. Qualche volta ci si riesce.

Articolo Precedente

Viaggi, arrivo a Buenos Aires. Dove sei, Rabmobile?

next
Articolo Successivo

Non profit: quarantenni, coraggio c’è lavoro per voi

next