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Politici, piccolo campionario dei cattivi maestri

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Chi sono “Quelli che “hanno dato del cattivo maestro al professor Rodotà? Parafrasando l’indimenticabile Enzo Jannacci vorremmo solo rispolverare qualche ricordo:

Quelli che: “Marciare contro i tribunali non è reato..”

Quelli che: “Mangano è stato un eroe perché non ha parlato..”

Quelli che: “B. non sapeva di ospitare un mafioso nella sua villa..”

Quelli che: “B. doveva telefonare in questura, perché era coinvolta la nipote di Mubarak

Quelli che questa bugia l’hanno ratificata con un voto in Parlamento.

Quelli che nulla sapevano del sequestro della signora Shalabayeva.

Quelli che volevano la legge bavaglio.

Quelli che hanno difeso e difendono un condannato in via definitiva.

Quelli che: “il fascismo non era poi così male..

Quelli che hanno disonorato l’Italia nel mondo..

Quelli che la Merkel era: “Una…..”

Quelli che volevano e vogliono una repubblica presidenziale a reti unificate.

Quelli che hanno cambiato le leggi per guadagnare immunità e prescrizioni…

Questo è solo un breve campionario.
Costoro vorrebbero processare il professor Rodotà per le sue parole per altro chiarissime, sul volantino delle brigate rosse relativo alla Val di Susa. Il ministro degli interni Alfano tuonava paonazzo: “Attenzione ai cattivi maestri, difenderemo lo Stato e la legalità..”.
Ci sarebbe da sghignazzare se non fosse una tragedia etica e politica.

Costoro non sono neppure “cattivi maestri, ma semplicemente cattivi, nel senso letterale del termine, che, peraltro, significa anche “Captivus diaboli”, prigioniero del diavolo, e date pure al diavolo il nome che preferite. Odiano Rodotà perché è un uomo che ha sempre avuto nella mente e nel cuore la Costituzione. Per loro è come l’aglio per un vampiro!

Di fronte a costoro, diventa ancora più essenziale non solo firmare la petizione contro la stravolgimento della Costituzione, ma anche essere presenti alla grande manifestazione che si svolgerà a Roma il prossimo 12 ottobre, promossa tra, tra gli altri e le altre, proprio da Stefano Rodotà.

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