L’ultimo a chiedere approfondimenti è stato un senatore del Psi che sul caso di Silvio Berlusconi e sulla legge Severino ha chiesto nella giunta per le elezioni un “comitato inquirente”. Ma nello stesso giorno il senatore Lucio Malan ha parlato di legge cucita contro Berlusconi. Nelle scorse settimane l’intero Pdl ha chiesto che sulla legge sull’incandidabilità serviva almeno la pronuncia della Corte Costituzionale. E infine il relatore della giunta Andrea Augello (Pdl) che aveva chiesto di spedire la legge perfino alla Corte europea di giustizia del Lussemburgo. Ora per la prima volta parla l’ex ministro che a quella legge – votata anche dal Pdl, insieme al Pd e ai centristi, meno di 10 mesi fa – ha dato il nome. “Eravamo d’accordo” nel governo Monti, dice Paola Severino a margine di un convegno a Milano, “quando, dopo un lungo e accurato approfondimento abbiamo varato la legge: quando si fa una legge si crede a quello che si fa, adesso la sua applicazione spetta al parlamento”. Mentre Berlusconi prepara il suo videomessaggio da trasmettere in contemporanea con il voto nella giunta per le elezioni, la Severino è cauta nei giudizi: “Domani decide il Parlamento mi sembrerebbe estremamente inopportuno intervenire”. Ma il concetto è chiaro: “Lo ha già detto il ministro Cancellieri, con cui sono completamente d’accordo. Eravamo d’accordo anche quando tutti insieme, con il presidente Monti, Cancellieri e Patroni Griffi (allora ministro per la Funzione pubblica e ora sottosegretario a Palazzo Chigi, ndr) dopo un lungo e accurato approfondimento, abbiamo varato la legge”. 

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