LA GIORNATA
Tutte le grandi a punteggio pieno, per tacer del Milan. La prima giornata di campionato rispetta in pieno i pronostici iniziali: da una parte le grandi, dall’altra le comprimarie. Per stupore e meraviglia ci sarà spazio più avanti. Comincia bene la Juventus cogliendo un successo importante sul campo della Sampdoria (la scorsa stagione blucerchiati vincenti sia all’andata sia al ritorno) che conferma Tevez, suo il gol decisivo all’esordio, come uno degli acquisti più azzeccati dell’estate, e Pogba come uno dei possibili crack del calcio mondiale dei prossimi dieci anni. Ancor meglio fa il Napoli di De Laurentiis: la squadra più nuova in campo (Higuain, Callejon, Reina, Albiol, Mertens) e in panchina (Benitez) è anche la più bella, e l’esibizione iniziale delle cheerleader è solo il preludio allo spettacolo con cui stende il Bologna al San Paolo. Non delude la Fiorentina: nel posticipo del lunedì, i viola superano per 2 a 1 il Catania di Maran con gol di Pepito Rossi e Pizarro (Barrientos per gli etnei). Ancora sugli scudi il colombiano Cuadrado, positivo anche Mario Gomez, che però sciupa un’occasione da gol clamorosa.

Bene anche le due squadre capitoline. La Lazio si libera senza troppi affanni dell’Udinese indossando una maglia con la scritta “We love football, we hate racism”. Peccato che in Curva Nord non abbiano potuto vederla, era chiusa per razzismo. Sull’altra sponda, da segnalare il ritorno al gol di De Rossi dopo più di un anno e il neo allenatore Rudi Garcia che in panchina telefona compulsivamente. Nessun allarme, non stava chiudendo trattative per vendere altri giocatori in giro per l’Europa, semplicemente non gli funzionava la radio per comunicare con il suo vice in tribuna.

Diverso il discorso per le milanesi, l’Inter supera il Genoa con un 2-0 con più ombre che luci, e un Mazzarri abituato a cavare sangue dalle rape rischia che la dirigenza ora sopravvaluti una rosa non all’altezza per lottare al vertice. Veramente pessima invece la partenza del Milan, nella ‘fatal’ Verona in cui Luca Toni regala l’ennesimo dispiacere estivo al patron rossonero, che dicono abbia interrotto appositamente il vertice Pdl a Villa San Martino per seguire la partita. Ok che Allegri è abituato perdere sempre le prime partite di campionato, e che mercoledì il preliminare di Champions contro il PSV (1-1 all’andata) è molto più importante, ma in campo si è vista una squadra “molle e senza cattiveria”, nelle parole del suo tecnico. Urge rimedio. 

IL PERSONAGGIO
A Londra l’anno scorso lo avevano accolto come Rafa the Spanish waiter, per quel suo aspetto mediterraneo e bonaccione che la poco elegante e classista tifoseria del Chelsea aveva paragonato alla malinconia di un cameriere spagnolo di mezza età che serve tapas tra i tavolini della City. Ma si sono presto dovuti ricredere. Non solo Rafa Benitez alla guida del Liverpool era stato la nemesi europea del Chelsea dello Special One Mourinho, ma anche l’attore protagonista de I quindici minuti che sconvolsero il mondo, cortometraggio in cui un finto Benitez parodia dell’Al Pacino di Ogni Maledetta Domenica il 25 maggio 2005 ricordava ai suoi che essere sotto 3-0 contro il Milan nell’intervallo della finale di Champions League non voleva dire che era partita persa. E così, infatti, non fu.

Benitez quella Champions col Liverpool la vinse, come ha portato a casa l’Europa League col Chelsea. E se a primavera anche i tifosi londinesi lo hanno salutato con un’ovazione, di nuovo al suo arrivo in Italia è stato però sottovalutato: colpa di sei mesi così così all’Inter nel 2010 (nonostante un Mondiale per Club messo in bacheca, anche lì si rimpiangeva Mourinho) che ha oscurato un palmares di tutto rispetto. Ieri finalmente, con il coraggio di tenere fuori capitan Cannavaro (“preferisco due destri al centro della difesa”) e il baby fenomeno Insigne (“aveva la diarrea”) si è ripreso tutto con gli interessi: gol e spettacolo. Napoli è ai suoi piedi e il calcio italiano, per dirla alla Sacchi, ritrova un eccellente maestro di calcio. E Rafa the Spanish waiter si è già trasformato in Don Raffaè.

LA SPIGOLATURA
Finalmente ieri sera le televisioni ci hanno mostrato cos’è la celebre “dittatura del politicamente corretto”. Non è certo quando s’impedisce a un branco di idioti di insultare una donna, prima ancora che un ministro della Repubblica, solo per il colore della sua pelle. E nemmeno quando alcuni cercano di introdurre un’aggravante nei reati motivati da sessismo, e altri vaneggiano che nel nome del politically correct sia negata la libertà di espressione. No, la vera dittatura del politicamente corretto è quando la domenica sera Mediaset Premium sceglie di regalare ai suoi telespettatori, come sovraimpressione per il risultato di Cagliari-Atalanta, un esageratamente pudico Ca-Ata. Quando tutti sanno, e hanno sempre saputo, che è Cag-Ata

I NUMERI 

Risultati
Verona – Milan 2-1 (Poli (M) al 14’, Toni (V) al 30’ p.t.; Toni (V) all’8’ s.t.) Sampdoria – Juventus 0-1 (Tevez al 13’ s.t. ) Inter – Genoa 2-0 (Nagatomo al 30’, Palacio al 47’ s.t.) Livorno – Roma 0-2 (De Rossi al 20′, Florenzi al 22′ s.t..) Torino – Sassuolo 2-0 (Brighi 40’ p.t.; Cerci 18’ s.t.) Lazio – Udinese 2-1 (Hernanes (L) al 13’ p.t., Candreva (L) su rig. al 16’ p.t., Muriel (U) al 15’ s.t.) Parma – Chievo 0-0, Cagliari –Atalanta 2-1 (Stendardo (A) al 27′, Nainggolan (C) al 28′ p.t.; Cabrera (C) al 18′ s.t.) Napoli – Bologna 3-0 (Callejon al 31’, Hamsik al 47’ p.t.; Hamsik al 18’ s.t.) Fiorentina-Catania 2-1 (G.Rossi al 14′, Barrientos al 22′, Pizarro al 28′ s.t.)).

Classifica
Napoli, Roma, Torino, Inter, Verona, Lazio, Cagliari, Fiorentina e Juventus 3; Chievo e Parma 1; Atalanta, Udinese, Genoa, Sassuolo, Milan, Sampdoria, Livorno, Bologna e Catania 0. 

Prossimo turno
Chievo-Napoli (31/8, ore 18), Juventus-Lazio (31/8, ore 20.45), Roma-Verona (01/9 ore 18), Atalanta-Torino, Bologna-Sampdoria, Catania-Inter, Genoa-Fiorentina, Milan-Cagliari, Sassuolo-Livorno, Udinese-Parma (01/9 ore 20,45) 

IL SONDAGGIO
Per la Gazzetta dello Sport quello iniziato sabato sarà il più bel campionato degli ultimi dieci anni. A sentire The Indipendent, invece, le azioni della Serie A non sono mai state così in ribasso. “Vecchi, conservatori e razzisti” ci definiscono.

LA FOTOGALLERY
Nove partite, nove foto: lo scatto simbolo di ogni match disputato

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