I ciellini sono suscettibili e dicono che i giornali del loro meeting annuale a Rimini non devono raccontare soltanto la politica. Ma come si fa? Silvio Berlusconi sceglie il settimanale Tempi, una delle testate di Cl, per dare la sua prima intervista dopo la condanna, Angelino Alfano si trova al meeting e i partiti fanno di tutto per prendersi lo spazio. Il pranzo riservato di oggi sembrava un gabinetto di crisi: il vicepremier Alfano, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, uno dei leader di Cl Giorgio Vittadini, e poi Luciano Violante del Pd. Arriva anche l’eurodeputata Pdl Lara Comi, qualche ciellino maligna che sia in cerca di nuovi sponsor in vista delle elezioni europee del 2014 visto che Mario Mauro, già vicepresidente del Parlamento Ue, è passato dal Pdl a Scelta Civica.

Le porte sono chiuse, ma qualcosa filtra. La tensione è alta: Angelino Alfano ha fatto annullare all’improvviso la conferenza stampa cui doveva partecipare con il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri. Insieme hanno partecipato a un dibattito sulla situazione nelle carceri durante il quale Alfano si è concesso qualche battuta che – vista la situazione politica – è parsa un po’ spericolata: “Anche Cristo evidenziò l’esigenza di un giusto processo e i limiti delle giurie popolari”. Poi ha decantato le virtù di un vino prodotto in carcere che si chiama “Fresco di galera”. E ancora: “Dobbiamo smetterla di fare ogni volta l’elenco di chi beneficia da una riforma, se è giusta bisogna farla e basta”. Guarda caso poche ore prima il ministro ciellino Mario Mauro, proprio nei corridoi di Rimini, evocava amnistie e indulti.

Il pranzo dura un’ora, i politici sono tutti in un angolo del tavolo, considerano poco gli altri commensali. Vengono interrotti soltanto da qualche sponsor del meeting che chiede di entrare a salutare i ministri. Maurizio Lupi passa almeno 20 minuti in piedi, conciona, agita le mani. Alfano, la Comi e Violante ascoltano. Il primo a uscire è Giorgio Vittadini, che però sostiene si sia parlato “soltanto delle carceri”.

Violante invece è più sarcastico: “Abbiamo parlato del tempo, ovvio”. La tensione c’è, ma nessuno ammette la crisi: “E se anche si dimettessero i ministri del Pdl? A parte che se ne potrebbero nominare degli altri, comunque non credo che il governo sia finito”, dice l’ex magistrato che frequenta con assiduità l’adunata ciellina, ogni anno. Anche Lara Comi è cautamente ottimista: “La situazione è difficile, ma il Pd mi sembra più in difficoltà di noi”. E spera che si possa avere un giudizio di costituzionalità sulla legge Severino. Appena si sparge su Twitter la notizia del pranzo trasversale Lara Comi precisa: “Prima di essere politici siamo persone normali, non vedo la stranezza di prendere un caffé con UNO del Pd…”.

Alfano si gode la passeggiata tra gli stand del meeting, con tutto il codazzo dei giornalisti, ma non ha alcuna voglia di parlare. L’intervista a Silvio Berlusconi del ciellino Luigi Amicone che già parla di possibile crisi di governo ha confuso la giornata e ha tolto ad Alfano ogni argomento. Sperava di poter rassicurare il popolo ciellino sulla tenuta del governo, ma dopo il vertice di mercoledì con Letta e l’intervista del Cavaliere non aveva messaggi molto rassicuranti da offrire.

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