Il Signor K. alle ore 9.13 del 24 giugno 2013 entra nell’area C di Milano, la Ztl meneghina con accesso a pagamento. Il signor K. paga, il giorno dopo, i 5 euro per l’accesso, tramite acquisto online. Ai primi d’agosto, riceve un verbale d’accertamento di infrazione della Polizia municipale: una multa, per dirla semplice, di 91 euro. Per non aver pagato l’accesso alla zona C. “Ma io l’ho pagato”, dice il signor K. E tenta di dirlo al telefono anche a una gentile signora dell’ufficio informazioni del Comune. “Lei l’avrà anche pagato, ma a noi non risulta l’attivazione. Quindi deve pagare la multa. O tentare il ricorso”. Dunque: il signor K. ha pagato; dal suo conto corrente sono usciti 5 euro; il Comune li ha incassati; il pagamento risulta anche dalla ricevuta della transazione online che il signor K. può esibire, con codice d’autorizzazione H9I448. Eppure deve pagare ugualmente. E non 5 euro, ma 91, più le spese postali. A Milano, non nella Praga magica, immaginaria e assurda di Josef K. In compenso, a Milano arriva il car sharing. Se il signor K. vuole in futuro girare per la città senza usare la sua auto e soprattutto senza la preoccupazione per l’ingresso nell’area C, da settembre avrà a disposizione una flotta comunale di 450 Smart. Da affittare per il tempo che serve. La macchina si cerca con una app, disponibile per Apple e Android, che ti dice dove puoi trovare la vettura più vicina. Dopo averla individuata, si sfodera l’apposita tessera magnetica che si ottiene dopo essersi iscritti al servizio, si digita il pin e via. Giunti a destinazione, la si lascia parcheggiata regolarmente per strada, pronta per il prossimo utente. Il costo? Un quarto rispetto al taxi. Il sistema si chiama Car2go. Un nome un po’ macchinoso, ma con le auto in condivisione puoi entrare liberamente nell’area C, dunque non rischi di pagare l’accesso e poi anche la multa.

Attenti però alle fontane. A Milano sono poche, ma da quelle poche state alla larga. Non ci si può bagnare, non si può tuffarci dentro almeno i piedi, come succede, d’estate, in tutte le grandi città d’Europa. L’assessore non vuole. Bella la nuova fontana nella nuovissima piazza Gae Aulenti, racchiusa dall’emozionante grattacielo con il pennacchione progettato da Cesar Pelli sull’area delle Varesine. È subito diventata un luogo d’incontro, un posto dove andare, anche la sera, a cercare refrigerio dalla calura estiva, incontrare gli amici e magari fare quattro chiacchiere. È quello che deve essere una piazza, insomma, e che a Milano è difficile trovare, visto che le piazze sono rotatorie per auto, oppure orribili depositi alla rinfusa di bruttissimo “arredo urbano”. In piazza Gae Aulenti, fontana con acqua bassa, gradoni dove sedersi e perfino tappetoni su cui sdraiarsi. La tentazione di levarsi le scarpe e immergere i piedi è forte. Assessore, provi anche lei. Rinfresca le idee. La “tolleranza zero” (espressione impiegata sempre a sproposito, quasi quanto “giustizialismo”) consegniamola al passato, lasciamola al repertorio del vicesindaco della giunta precedente, quel Riccardo De Corato che ora è tornato sui banchi dell’opposizione. O almeno, se proprio proprio non potete farne a meno, per favore, la “tolleranza zero” non sfoderatela contro il pediluvio in città.

Il Fatto Quotidiano, 15 agosto 2013

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