Ricevo e pubblico questa lettera dal sindaco leghista di Soncino Francesco Pedretti in risposta al mio post Maestri disoccupati, andate a lavorare gratis per il Comune!. A seguire la mia risposta (AC).

Aggancio l’articolo di Alex Corlazzoli nel mio notturno peregrinare tra notizie online, mail e contatti audio-video oltreoceano con i figli. Leggo e ci rimango male, non perché il giornalista mi bastona (fa il suo mestiere)  ma perché non merito quel giudizio affrettato. Qualcuno gli ha passato notizie zoppe e un po’ stantie sottacendo i fatti. Mi sia concesso quindi dire la mia.

Gli amministratori locali assistono impotenti alla chiusura di tribunali, ospedali, caserme, case di riposo, presto la bufera investirà anche la scuola. Come amministrazione non potevamo farci trovare impreparati, e così abbiamo pianificato e poi realizzato importanti interventi, molto impegnativi per il bilancio Comunale, tra questi la messa a norma sismica e impiantistica di tutti gli edifici scolastici. Questi “grossi investimenti” sono stati fatti sia per mantenere a Soncino servizi indispensabili sia per dare certezza e futuro a chi ci lavora. Contestualmente abbiamo dovuto affrontare le drammatiche conseguenze dei tagli dei trasferimenti statali e del blocco delle assunzioni. Siamo quindi corsi ai ripari e chiamato alle armi, non i disoccupati, ma tutti i cittadini di buona volontà, tra questi coloro che godono di buona salute e hanno particolarmente a cuore il decoro della propria città.

Il mio ripetuto e caloroso invito in questi anni non è caduto nel vuoto,  c’è chi ha risposto con generosità encomiabile: i nonni vigili, i pensionati e i cassaintegrati che puliscono i monumenti e  tagliano l’erba, nonché un imprenditore che con i suoi dipendenti tiene pulita e in ordine una grande rotatoria stradale. Il mio ultimo appello, ripreso con polemica da taluni e anche dal Vostro giornale, non è una novità ma solo l’ultimo di una lunga serie. Sono dispiaciuto per la precarietà del posto di lavoro di molti insegnanti, ne sono a conoscenza, tra questi ho amici, ma ciò non toglie che “maestri, professori, giovani medici, fisici, ingegneri e architetti con ramazza e paletta” possano in questi tempi dare una mano gratuitamente. Ringrazio per l’ospitalità. Nec aspera terrent.

Dal Granducato di Soncino, anno IX*, il Sindaco Francesco Pedretti.

PS:  invito a Soncino Alex Corlazzoli (con preghiera di estenderlo a Andrea Scanzi e Peter Gomez) per verificare la bontà delle mie affermazioni e per evitargli in futuro di incappare in non trascurabili imprecisioni quando scrive della mia Città e del suo povero Sindaco. 

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Al di la’ del trovare piuttosto curioso che un sindaco sigli la sua firma datandola “dal Granducato di Soncino” (forse così si sente più importante?) come se Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, firmasse le sue missive “dalla capitale del Regno delle due Sicilie”  o Ignazio Marino “dalla capitale dell’impero”, colgo nelle parole del primo cittadino leghista una certa delusione per le politiche federaliste del suo partito che per anni è rimasto al Governo con Silvio Berlusconi annunciando un giorno si e l’altro ancora, proclami a favore di una politica federalista con tanto di colpi costituzionali.

Al di la’ di questo vorrei dare qualche suggerimento al sindaco di Soncino in merito alla questione del coinvolgimento dei disoccupati nella gestione della res publica. Sono convinto che anch’io, così come un medico o un giovane laureato in architettura senza lavoro possiamo dare una mano a tenere pulito Soncino con ramazza e paletta ma credo che per il comune di Pedretti potrebbe essere più utile coinvolgere un architetto o un maestro per la professionalità che hanno. Perché non invitare nell’affidamento di incarichi dei professionisti magari giovani e disoccupati? Spesso nei nostri comuni quando si tratta di inviare lettere per progetti che non necessitano di un bando, partono missive ai soliti noti che hanno già numerosi lavori nel cassetto.

Chi ricopre incarichi politici ha il dovere di essere profetico, di guardare al di la’ di un Granducato per dare risposte reali e non palliativi a chi ogni giorno vive con rabbia e indignazione la propria condizione di precario o disoccupato. Andrò sicuramente a visitare Soncino (che già conosco) ma invito allo stesso modo Pedretti a fine agosto a ritagliarsi una giornata per venire all’ufficio scolastico provinciale dove vengono affidate le cattedre agli insegnanti precari disoccupati: avrà modo di comprendere meglio com’è la vita di un giovane o meno giovane che attende un lavoro e che ogni giorno lo cerca. 

 

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