Si chiama ‘obsolescenza programmata’ ed è quel sistema mediante il quale un produttore immette sul mercato un bene già sapendo che sarà di breve durata. E non sono i replicanti di Blade Runner.

Ovvio che qui non si parla di un cellulare che la casa madre decide di superare dopo poco tempo con un altro modello, che fa parte purtroppo delle regole del mercato, ma proprio di un prodotto programmato per durare poco.

Questa bella scoperta dell’obsolescenza programmata, che alimenta in modo esponenziale il mondo dei rifiuti, è stata fatta dai Grunen, i verdi tedeschi, ed è il risultato di uno studio da loro commissionato a due esperti sulla durata dei beni di consumo. Ed ecco che si scoprono elettrodomestici realizzati appositamente con materiali scadenti, scarpe con suole che si consumano in fretta, ricambi introvabili, ed altre amenità.

Secondo i due esperti, se i consumatori tedeschi non fossero “costretti” a comprare continuamente elettrodomestici e prodotti nuovi a causa dell’obsolescenza programmata, potrebbero risparmiare, complessivamente, la bella cifra di 100 miliardi di euro all’anno.

Il fenomeno sommerso, ovviamente diffuso in ogni paese è talmente simile ad una truffa che in Francia è addirittura in discussione in Parlamento una proposta di legge sempre del gruppo ecologista che istituisce il reato di obsolescenza programmata.  

Del resto, nel nostro piccolo, e nella piena legalità, credo che tutti noi ci siamo accorti, più in generale, che i beni non sono più “fatti per durare”, così come ci siamo accorti che talvolta la riparazione di un bene è più costosa del suo riacquisto, oppure ancora (ma gli esempi potrebbero continuare) che un ricambio di cartucce di stampante costa quasi quanto la stampante stessa.

Intanto, un rapporto della Banca Mondiale del 2012 ha accertato che il totale mondiale dei rifiuti solidi prodotti nelle aree urbane (soggette al controllo delle quantità) è di 1,3 miliardi di tonnellate, e cioè circa 1,2 chilogrammi al giorno per abitante. In Italia la media è addirittura di 2,23 chilogrammi a testa. Sicuramente l’obsolescenza programmata fa la sua sporca parte…

 

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