Nel giorno in cui quattromila agenti di polizia municipale per ‘accontentare’ la troika (lunedì si saprà se concederà la dose di agosto o meno) vengono assorbiti dalla Polizia di Stato, dal ministero dell’Ambiente e dell’Energia arriva l’annuncio di nuove trivellazioni petrolifere a Patrasso e in Epiro. Dopo vent’anni dal primo cenno di ‘presenza’ del prezioso idrocarburo nelle acque elleniche, solo oggi il governo decide che è arrivato il momento di uno sfruttamento commerciale di quei giacimenti. Nel golfo di Patrasso ricominciano le attività di esplorazione petrolifera, con il diritto di sfruttamento concesso ad un consorzio ad hoc costituito dal gruppo Petrolio greco, dai francese di Edison International e dagli irlandesi di Petroceltic. I depositi stimati ammontano a circa 200 milioni di barili. La regione di Ioannina ha inoltre concesso medesimi diritti al consorzio Energean Oil assieme ai canadesi di Petra Petroleum. Secondo l’annuncio del ministero, per ogni posto di lavoro diretto nel campo degli idrocarburi verranno prodotti 2,3 posti di lavoro nella complessiva area economica. Inoltre, per ogni euro di reddito nel settore degli idrocarburi, verrà generato reddito di euro 2.01 per i lavoratori in altri settori.

Dopo mesi di ricerche condotte dai norvegesi dei PGS, ecco la certezza che entro il 2013 si avrà un timing per estrazione e sfruttamento. Il programma iniziale di indagini è esteso da 8500 km a 12.500 chilometri, con 2.014 gare di appalto che dovranno energizzare le piattaforme. In caso di risposte positive l’inizio dei lavori sarà nel 2016, per estrarre l’oro nero non prima del 2020. Secondo il ministero a partire da oggi saranno disponibili i risultati preliminari della ricerca, in quanto le grandi compagnie petrolifere hanno manifestato un forte interesse. Non mancano però i timori di rischi sismici, dal momento che la Grecia è martoriata mensilmente da scosse di terremoto anche di una certa gravità, e per via dei riverberi sui pozzi e sulle piattaforme che questa attività marina potrebbero avere. Ma le prospettive generate dal petrolio nello Ionio e a Creta sono grandi e fanno gola a molti. Per cui pare sia già pronta una road map di azione: entro un anno da oggi completamento delle analisi dei dati in una zona di 12.519 mila chilometri complessivi; entro il 2014 l’avvio dell’iter di concessioni con le gare di appalto sotto la legislazione UE pertinente; nel 2016 l’avvio della ricerca con le perforazioni. In base alla legge ogni azienda ha il diritto di esplorare una singola zona per sette anni (terra) e otto (mare). Per arrivare al 2020 con il completamento dello sviluppo infrastrutturale (piattaforme) e iniziare la produzione.

Intanto si accende la polemica tra governo e opposizione: la miccia è il colpo di Stato ‘dolce’ in Egitto. Atene come Il Cairo? Un deputato del Syriza di Tsipras, Vassilis Kiriakakis, neurologo, intervenendo nella striscia politica mattutina in onda sul canale privato Mega, ha attaccato la politica “mnimoniakì” di Samaras e la troika: “Se la Troika chiede sacrifici umani, allora siamo pronti a prendere le misure che porteranno ad una occupazione permanente delle piazze in autunno. Ma ciò non accadrà, perché prima il popolo greco rovescerà il sistema come sta accadendo in Egitto e in Portogallo”. Infine ieri per una mezzora il centro di Atene è stato bloccato al traffico. Improvvisamente un cordone di 300 metri è stato allestito a protezione di un membro della troika, il danese Thomsen, che è stato preso improvvisamente da una voglia di albicocche. Le vie adiacenti al ministero delle finanze della capitale quindi sono state chiuse per consentire a lui e ai suoi uomini di fare l’acquisto in un alimentare. Con cittadini indignati e turisti perplessi.

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