“Quando sento quello che sta succedendo, sento di voler scendere a manifestare, ma ora per me è troppo difficile. Ora ho paura di camminare da sola”. Dilruba è una studentessa ventiseienne di Ankara. Nei giorni scorsi ha partecipato alle manifestazioni di protesta contro il primo ministro Recep Tayyip Erdogan a Kizilay, uno dei centri della protesta della capitale. Ed è lì che è stata arrestata insieme a due suoi amici. “Ero a Kizilay per partecipare alla manifestazione – racconta al fattoquotidiano.it – la polizia ha cominciato a lanciare lacrimogeni, tantissimi, sembrava piovessero dal cielo bombe di fuoco verso di noi e non c’era modo di scappare. Poi hanno cominciato a correre verso di noi e sembrava volessero ucciderci. Era come in guerra”. Dilruba cerca riparo in un negozio, ma i poliziotti la seguono anche qui: “Sono entrati e hanno cominciato a colpire uno dei miei amici, facendogli anche togliere la maglia. Poi hanno portato fuori tutti e due e hanno continuato a picchiarli. Potevo solo sentire i miei amici urlare “Fermatevi!”, ma non potevo fare nulla”. A lei non è andata meglio: “Non mi hanno colpita, ma in compenso, mentre mi portavano via mi toccavano nelle parti intime”. Poi, il viaggio verso la caserma e le trentasei ore di arresto. Ora, dice, “ho paura di camminare da sola, ho una nuova fobia: la “fobia di Kizilay” di Andrea Postiglione e Alessandro Madron

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Ankara, nuove cariche della polizia. E nella notte parte la caccia all’uomo

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