Altero Matteoli lo dice con pienezza di voce: “Sono contrario”. Fabrizio Cicchitto non è molto differente: “L’abolizione dei rimborsi avrà solo effetti negativi”. Il ministro Nunzia De Girolamo dopo il consiglio dei ministri usa toni di significativa cautela: “C’è una riserva su tutto”. Mentre il Pd ha già annunciato che l’eliminazione dei rimborsi elettorali porterà alla cassaintegrazione dei suoi dipendenti (circa 180) nel Pdl non sembrano proprio tutti d’accordo con la linea decisa dal governo, riprodotta poi nella bozza di disegno di legge che sarà poi presentata in Parlamento. 

Matteoli lo considera un errore: “Leggerò il testo del disegno di legge ma sin d’ora desidero annunciare la mia decisa contrarietà all’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. E’ un errore che potrà avere serie ripercussioni sulla qualità della nostra democrazia e spero che il Parlamento possa correggerlo evitando di cedere alla demagogia e al clima attuale”. Secondo l’ex capogruppo di Montecitorio Cicchitto “si passa da un estremo all’altro. Da un eccesso di finanziamento pubblico alla sua sostanziale abolizione che a mio avviso avrà solo effetti negativi. Mi auguro anche che il finanziamento dei privati non dia luogo a nuove iniziative giudiziarie come è già avvenuto in alcuni casi, Puglia docet”. Sibillino l’avvertimento del ministro De Girolamo: “Sarà il Parlamento a decidere” chiarisce, perché “c’è una discussione in atto, c’è una riserva”.

Dall’altra parte altri due ministri esultano. Uno, con tanto di punti esclamativi, è Gaetano Quagliariello (Riforme): “Promessa mantenuta! – scrive su Twitter – L’attuale finanziamento pubblico è stato abrogato senza uccidere i partiti. Più potere ai cittadini!”. Il ddl, aggiunge il collega Maurizio Lupi (Infrastrutture), è “l’attuazione dei principi che avevamo approvato in Consiglio dei ministri, una completa e assoluta rivisitazione del finanziamento dei partiti, dove non ci sarà più il finanziamento pubblico ma il contributo da parte dei privati con agevolazioni fiscali”. 

Sullo sfondo la situazione dei dipendenti del Pdl che non è molto diversa da quella dei lavoratori del Pd per i quali il tesoriere del Partito Democratico ha dipinto già un orizzonte a tinte più che fosche. “La cassa integrazione per i partiti non è prevista – dice Maurizio Bianconi, amministratore delle “casse” del Popolo delle Libertà – perché non sono aziende, quindi bisognerebbe fare una legge: ci vengono tolti i soldi da una parte e ci vengono ridati dall’altra. Noi in previsione abbiamo disdettato tutte le sedi territoriali e regionali e non abbiamo rinnovato i contratti a termine o a progetto, in questo ci ha aiutati la Fornero”. Secondo Bianconi “l’incidenza è minima e i danni sono massimi. Bisogna domandarsi se si vuole migliorare al condizione dei partiti o se c’è volontà di ucciderli. E’ un’operazione mediatica, Letta ha bisogno di una fiducia popolare che teme di non avere quindi ricorre a queste cose un pò da carosello. Io sono per il governo Letta, ma non porto il cervello all’ammasso. Sotto il profilo pratico non c’è alcuna incidenza ma fa effetto, quindi lo fa”.

Anche il Pdl è costretto a tirare la cinghia, alle prese con budget ridotto all’osso, gli affitti delle numerose sedi da pagare e il nodo degli esuberi. A rischio, si racconta, potrebbero essere in futuro anche gli stipendi dei circa 200 dipendenti del partito e se non si trovano le risorse necessarie, in qualche modo bisognerà correre ai ripari. Tra i primi a lanciare l’allarme rosso, già con i tagli di bilancio decisi un anno fa, Bianconi lancia un nuovo allarme: “I problemi del Pd sono uguali ai nostri, il Pdl si trova nella stessa situazione, vediamo prima quanti soldi ci tolgono e poi decideremo”. Il Pdl ha già congelato i contratti a termine e a progetto dei propri dipendenti (quasi tutti in scadenza) senza nemmeno che si parli di cassaintegrazione. La prossima settimana potrebbe tenersi un summit decisivo tra i segretari amministrativi e rappresentanti legali del partito, Rocco Crimi e Bianconi, alla quale dovrebbe prendere parte Silvio Berlusconi. L’input da palazzo Grazioli è risparmiare, ridurre le spese inutili. Sono stati disdetti, raccontano, quasi tutti i contratti per le sedi regionali e provinciali con annessi servizi. Questo significa che sul territorio non arriveranno più soldi da via dell’Umiltà. Anche l’affitto della sede storica al numero civico 36 è agli sgoccioli (scadrà il 30 giugno) e si sta cercando una nuova location. Ci saranno tanti esuberi come annunciato dal Pd? “Anche il Pdl ha circa 200 dipendenti – assicura Bianconi – Vediamo quanti soldi ci tolgono, stiamo lavorando e approfondendo la questione”.

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