E’ un bizzarro esperimento psicologico già attuato altre volte, a cadenza quinquennale: Gianluca Nicoletti, conduttore di “Melog – La realtà condivisa”, su Radio24, propone ai suoi radioascoltatori, con domande doviziose e dal sapore truculento, di liberarsi da ogni remora e di confessare chi e in quali modalità vorrebbero uccidere. L’effetto finale è dirompente, enfatizzato dalla precisione chirurgica dell’intervistatore, che introduce la trasmissione citando “l’immagine fantastica” di quattro arabi decapitati e ascolta gli sfoghi degli ascoltatori con l’approccio di un entomologo. La prima “virtuale” assassina è Lucia, che vorrebbe uccidere la sua ex migliore amica con uno strangolamento a mani nude. Enrico è imbufalito con gli automobilisti irrispettosi delle regole stradali: a chi lo “sfanala” riserva una bomba che lo fa saltare per aria. Annalisa vorrebbe assassinare suo padre, reo di aver abbandonato la sua famiglia. “Mi piacerebbe che gli venisse iniettato un narcotico che gli lasci un barlume di coscienza” – confessa la donna – “Voglio che si addormenti e non si risvegli più. Ma prima deve essere reso paralizzato e cosciente, così, prima della sua morte, gli mostro le foto dei nostri momenti più felici”. E’ poi il turno di Gianluigi: vuole uccidere con l’impalamento il suo ex datore di lavoro, colpevole di aver licenziato molti suoi dipendenti, a Bussero, nel Milanese. “La sofferenza deve essere pari a quella della crocifissione” – dichiara – “quindi deve durare almeno un paio di giorni“. Davide vuole vendicare suo fratello e sua cognata, morti per crepacuore a causa di un errore giudiziario in una causa civile. “Voglio uccidere i due giudici del tribunale di Milano che li hanno fatti morire” – rivela – “devono fare la fine che le SS naziste facevano fare agli altri: fucilati o assassinati un una camera a gas“. E aggiunge: “Io considero tutta la magistratura come le SS naziste“. Antonino, invece, ce l’ha con Simona Ventura, perchè maltratta e umilia “quel poveretto che fa le pubblicità insieme a lei”. Esecuzione desiderata: quella descritta nel racconto “Nella colonia penale” di Franz Kafka. E non solo. “Va anche rinchiusa dentro la macchina” – afferma il radioascoltatore – “bisogna darle fuoco e l’uomo che lei umilia deve ballare intorno, come in una danza indiana”. Gabriele vuol fare fuori due rapinatori che hanno aggredito due anziani nella loro casa. “Li vorrei uccidere lentamente” – confessa – “con un fucile a pompa: prima si colpisce una gamba, poi l’altra gamba, poi gli altri arti, uno ad uno”. Nicoletti propone un metodo più efferato ed efficace, in modo da allungare la sofferenza delle due vittime. C’è poi Roberta, che vuole mozzare con la ghigliottina la testa dell’amante di suo padre. “E vorrei anche il filmato della sua testa che rotola”, puntualizza. Domenico vorrebbe ammazzare il suo ex socio, che non gli ha più restituito 15mila euro. “Voglio che gli vengano spezzate le ossa una ad una e che muoia dissanguato. E voglio assistere allo spettacolo“. Gaetano, infine, chiede che il presidente di un’associazione di persone con handicap, reo di vessare i suoi dipendenti e di trascurare i bambini disabili, venga lasciato morire di stenti in un bunker  di Gisella Ruccia

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