Si aspettano per fine mese gli sviluppi dell’inchiesta della magistratura di Torino, sull’utilizzo dei fondi a disposizione dei gruppi in Consiglio regionale. La gestione delle risorse era regolata da una legge regionale del 1972, che è stata cambiata solo nel corso dell’ultimo anno. La prima parte dell’indagine, che si era occupata solo dei gruppi più piccoli, portò, nel periodo prenatalizio, all’avviso di garanzia per 4 consiglieri accusati di peculato. Per i corridoi di Palazzo Lascaris circolano le prime indiscrezioni sulla seconda parte dell’inchiesta, si parla di decine di avvisi di garanzia. Al centro delle indagini ci sarebbe oltre un milione di euro utilizzato per pasti o acquisti rimborsati ai consiglieri. “Potrebbero indagarci tutti e 60 – dice Giampiero Leo, consigliere Pdl – perché abbiamo seguito la legge, anche se era una legge sbagliata”. Carossa, capogruppo Lega Nord, si dichiara pronto alle dimissioni se raggiunto da un avviso di garanzia, “ma abbiamo agito secondo le regole che ci hanno dettato”. Nelle carte in mano alla procura ci sarebbero pranzi istituzionali e non, ma anche videogiochi, pneumatici, biancheria intima e vestiti per bambini   di Cosimo Caridi 

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