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Elezioni 2013, la strada per uscire dall’incubo

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Ora, per favore, statemi a sentire senza interrompere, discutiamo dopo. C’è un’unica strada per uscire dalla palude in cui ci siamo cacciati. È una strada strettissima, bisognerà percorrerla in apnea, senza voltarsi indietro e senza guardarsi attorno, come nel tunnel degli orrori.

Primo, Berlusconi è morto, questo dev’essere chiaro a tutti, non se ne parla più, punto, neppure se lo condannano all’ergastolo, neppure se si veste di un saio e restituisce l’Imu a tutti di tasca sua, la necrofilia è una malattia grave, si sono persi vent’anni prendendolo sul serio, ora basta.

Secondo, ci sono solo due forze in campo, non Grillo e Bersani, ma i grillini — bisognerà che si trovino un altro nome, chiamiamoli così solo per fare prima — e la sinistra, tocca a loro tirarci fuori. Le carte sono in mani a Bersani, la prima mossa è stata sbagliata, non si offrono poltrone a una venticinquenne, come fosse una Pivetti qualunque, quella è ancora Seconda Repubblica, si va avanti per la propria strada, l’intendenza seguirà.

Terzo, si forma un governo dei migliori, di tecnici e di persone perbene, trentenni o ottantenni non conta — ma non D’Alema, per favore, e neppure Rosy Bindi, a chi diavolo è venuto in mente Giuliano Amato per un governo tecnico o addirittura per la presidenza della Repubblica? — e si tratta un programma minimo, non con Grillo, con i grillini, pensateci, già che venga lui a fare le consultazioni è sospetto, come se avesse preventivato di controllare cinquanta parlamentari e poi se ne ritrova il triplo, così tanti non li controlli neppure prendendo i figli in ostaggio…

Quarto, si decide insieme, con ognuno di loro, che conta per uno, e naturalmente con i loro referenti sulla rete, non solo l’azzeramento dei costi della politica o il dimezzamento del numero dei parlamentari o l’abolizione delle province (sarebbero meglio le regioni…). Tenendo come bussola la prima parte della costituzione, si elimina il bicameralismo e si tratta con l’Europa l’abolizione dell’Imu, non sulla prima casa, uno può abitare anche in un castello, ma sui primi ottanta, novanta metri quadrati di proprietà, e il sostegno alle imprese proibito da Maastricht, e il pareggio di bilancio inserito di soppiatto in Costituzione…

Quinto, ci deve essere un piano B, se qualcuno per insipienza o per irresponsabilità forza la mano e, faccio per dire, chiede il referendum sull’euro, si torna a votare, con il Porcellum o con una nuova legge elettorale maggioritaria, non proporzionale, ma non riproponendo Bersani, naturalmente, con Renzi, a quel punto non ci sarà più la sinistra che abbiamo conosciuto, io per primo dovrò farmene una ragione, ma così ne usciremo, ci sveglieremo una mattina e saremo di nuovo orgogliosi di essere italiani. 

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