Dopo mesi e mesi di polemiche, dibattiti e manifestazioni, ci siamo arrivati. Oggi è iniziato a Parigi all’Assemblea nazionale il dibattito sul progetto di legge che dovrebbe legalizzare in Francia il matrimonio gay e l’adozione da parte delle coppie dello stesso sesso. Il condizionale, d’altra parte, potrebbe anche essere evitato. Perché, vista la maggioranza così ampia sulla quale possono contare in Parlamento i socialisti, al potere e all’origine del provvedimento, la sua approvazione è praticamente sicura. Nonostante gli ultimi appelli contrari inviati ancora oggi dalla Chiesa cattolica. O gli striscioni del tipo “tutti nati da un uomo e una donna” dispiegati stamani sui ponti della Senna.

“La legge sarà votata e anche con una grande maggioranza”, ha detto oggi il premier Jean-Marc Ayrault. L’opposizione, comunque, farà di tutto per ritardare il via libera. Sono stati presentati 5.362 emendamenti. E in certi casi si tratta di iniziative provocatorie, che hanno come unica finalità quella di perdere tempo in aula. Vedi un emendamento messo giù da Jacques Bompard, deputato dell’estrema destra, che chiede la legalizzazione della poligamia “per estendere a tutte le forme di coppie e di amore la possibilità di contrarre un matrimonio”. In ogni caso, prima di passare al Senato, il dibattito dovrebbe durare non più di quindici giorni all’Assemblea nazionale. A introdurre i lavori è stata Christiane Taubira, l’agguerrito ministro della Giustizia, comunque interrotta più volte dalle grida di protesta dei deputati della destra. “Non si tratterà – ha sottolineato – di un matrimonio a buon mercato, di un’unione civile rinnovata. Ma di un vero e proprio atto di eguaglianza”.

Il progetto di legge prevede il matrimonio gay, in un Paese dove già dal 1999 esistono le unioni civili, i Pacs, che però non comportano una protezione, almeno automatica, su alcuni diritti come quelli relativi all’eredità e alla reversibilità della pensione. L’altra grande novità è l’autorizzazione dell’adozione da parte di coppie dello stesso sesso. Va detto che nel 2012 i minori francesi adottati sono stati appena 628 (e poco meno di 2mila quelli in arrivo dall’estero, ma lì sono i Paesi di origine a deciderne i criteri e possono rifiutare che siano coppie gay). Quindi, da questo punto di vista, gli effetti della legge non saranno numericamente così importanti. Ma il provvedimento servirà a sanare le situazioni pendenti e pregresse: permetterà, ad esempio, da parte di un omosessuale di riconoscere il figlio adottato all’estero dal proprio partner.

Dal progetto, invece, è rimasta fuori la procreazione medicalmente assistita per le coppie di lesbiche. Eppure anche questa novità era stata promessa dal presidente François Hollande, durante la campagna elettorale. Che invece l’ha rimandata a più tardi, mediante una legge ulteriore, scatenando non poche polemiche fra i militanti delle organizzazioni di difesa dei diritti dei gay. Secondo un ultimo sondaggio, effettuato lo scorso sabato dall’istituto Ifop, il 63% dei francesi è favorevole al matrimonio gay. Mentre ad appoggiare l’adozione di coppie dello stesso sesso è il 49%: anche se di poco, ancora una minoranza.

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