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Lega Nord: il ‘gioco’ di Cota per il vitalizio se Maroni va al Pirellone

Il presidente della Regione Piemonte è in lista per le politiche ma ha detto di non volere andare in Parlamento qualora eletto. Secondo quanto riportato da 'Quotidiano nazionale', però, il Pdl non intende lasciare il Nord al Carroccio. Tutto dipende dalla vittoria del segretario in Lombardia
Lega Nord: il ‘gioco’ di Cota per il vitalizio se Maroni va al Pirellone
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“Prima il Nord“, dice lo slogan della Lega 2.0 di Maroni. Ed è proprio tra Piemonte e Lombardia che si giocano le poltrone pesanti del Carroccio in vista delle prossime politiche, in grado di cambiare gli equilibri delle due regioni. Al centro la candidatura “civetta” di Roberto Cota, governatore del Piemonte che, seppure in lista, ha smentito di volere andare a Montecitorio qualora eletto. Tuttavia, come scrive Quotidiano nazionale, “se Cota optasse per il Parlamento (lui dice di no), il progetto maroniano della macro regione europea si scioglierebbe come neve al sole”. Il nodo è che il Pdl pare non intenda lasciare tutto il Nord in mano “ad un partito al 4% dei voti (nazionali)”. Quindi, il compromesso: se Maroni va al Pirellone, Cota va a Roma. E le sue dimissioni anticipate rimetterebbero così “in gioco la poltrona” per un esponente del partito di Alfano.

Un’operazione che tocca anche il vitalizio del presidente della Regione Piemonte che, dalle manovre a seguito del voto, potrebbe guardagnarci in termini prettamente economici. A lui, infatti, mancano soltanto 4 mesi per maturarlo. Inoltre “se venisse eletto avrebbe 6 mesi di tempo per scegliere la poltrona e nell’attesa percepirebbe il doppio stipendio, cosa già avvenuta nel 2010, quando attese tre mesi per dimettersi da deputato per non far entrare Maurizio Grassano, poi espulso dalla Lega”. Intanto, guardando oltre al caso piemontese, nelle liste della Lega rispuntano i “soliti noti” che in passato hanno anche disdegnato l’approdo a Roma. Solo a parole, però, visto che Matteo Salvini “arriverà spedito nella Capitale con un posto sicuro di capolista alla Camera”. A lui si aggiungono “Davide Caparini (16 anni e 255 giorni alla Camera), Giancarlo Giorgietti (sempre 16 anni e 255 giorni) e Giacomo Stucchi (ancora 16 anni e 255 giorni). Non manca Roberto Calderoli (20 anni e 270 giorni), in forse Giuseppe Leoni (17 anni e 47 giorni)”. Il rinnovamento di Maroni pare quindi non sia nei nomi dei candidati.

Oltre agli scontri interni, a complicare il quadro preelettorale arriva anche Vittorio Sgarbi che con la lista civetta ‘Prima il Nord’, ammessa dal Viminale, si presenta al Senato in Veneto,Lombardia e Piemonte e alle Regionali di Lombardia. “Nessuno dei nostri capi che ha pensato a registrarlo per tempo? Possibile?”, sbotta il leghista Flavio Tremolada su Quotidiano nazionale. Sì, possibile.

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