E’ ambientato nel ventennio berlusconiano e ha come protagonista un regista coinvolto in uno scandalo sessuale. E’ il nuovo libro di Andrea Pomella, ‘La misura del danno’, edito da Fernandel. Nelle librerie dal 23 gennaio, il romanzo racconta la storia di Alessandro Mantovani, un ragazzo di borgata che riesce a fare carriera come regista. La sua scalata sociale è favorita dal matrimonio con una donna borghese, appartenente a una famiglia aristocratica e intellettuale di sinistra. Party selezionati e salotti buoni sono gli ambienti quotidiani. A causa di una relazione con una minorenne il protagonista del romanzo finisce nei guai e sulle cronache nazionali. Il caso mediatico diventa scontro politico. Da una parte si solleva un’ondata di solidarietà proveniente dal mondo intellettuale, dall’altra i giudizi spietati di indignati che per Mantovani, questo il nome del protagonista, vogliono una pena severa. “Siamo abituati a questi scandali – spiega Pomella – al caso Polanski o a quello Berlusconi, per i quali si sono prese posizioni a prescindere dalla realtà dei fatti”. Ipocrisie, questione morale, decadenza dei costumi, lo scrittore offre un affresco di una sinistra-intellettuale che ha smarrito la propria identità. “Mantovani nel romanzo diventa il catalizzatore di tutti i mali, una sorta di Leviatano, così come oggi Berlusconi rappresenta il male assoluto – racconta lo scrittore – ma questa è la storia di un paese che ci sta morendo tra le mani, le colpe vanno distribuite e la sinistra non può sottrarsi”. Ed ecco la ragione del titolo: “Questo ventennio ha cambiato i cromosomi di tutti gli italiani, un giorno un perito dovrà calcolare l’ammontare dei danni” di Irene Buscemi

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