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Baget Bozzo, giallo sulla morte: i familiari chiedono la riesumazione della salma

Il sacerdote genovese, amico di Craxi e Berlusconi, potrebbe essere stato ucciso. O la sua morte potrebbe essere stata agevolata. La procura vuole capire se il medico curante, Paztrizio Odetti, e unico erede testamentario, abbia sottovalutato le sue condizioni
Baget Bozzo, giallo sulla morte: i familiari chiedono la riesumazione della salma
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Per i familiari ci sarebbe la concreta possibilità che don Gianni Baget Bozzo, sacerdote genovese per lungo tempo consigliere politico di Silvio Berlusconi, sia stato ucciso. O comunque che la sua morte, giunta al termine di una lunga malattia, sia stata agevolata. Per questo ne richiedono la riesumazione della salma, così da consentire ulteriori e più mirati approfondimenti autoptici. A veicolare la notizia è l’avvocato Elio Di Rella che, attraverso le pagine del quotidiano genovese Il Secolo XIX denuncia che, nonostante la volontà del tribunale di Genova di effettuare gli accertamenti, non ci sarebbero i soldi per la riesumazione e l’ulteriore autopsia. Sullo sfondo l’eredità milionaria lasciata dal prete che fu intimo anche di Bettino Craxi, prima che di Berlusconi.

I beni di don Baget Bozzo sono andati tutti al suo medico curante, Patrizio Odetti, indagato per omicidio colposo. La riesumazione, a questo punto, avverrà a spese dei familiari del sacerdote. Il costo complessivo è stimato in 5mila euro e l’operazione non dovrebbe svolgersi prima del prossimo anno.

Gianni Baget Bozzo è morto l’8 maggio 2009 a 84 anni, nella sua casa di Carignano. Stava male da giorni. Il medico Patrizio Odetti, successore testamentario, gli diagnostica solo un’indigestione. Nella perizia di parte, viene scritto che “era prudenza e diligenza ricorrere al ricovero”. La procura adesso vuol capire se Odetti sottovalutò la situazione e perché. Il sacerdote, salvato da un tumore grazie ad una diagnosi tempestiva del medico, decise nel 2000 di lasciargli tutti i suoi averi, consegnando un foglietto nelle mani del notaio Rosaria Bono. Successivamente il sacerdote avrebbe redatto un nuovo testamento, svanito però nelle fasi concitate e successive alla sua morte.

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