Ieri, mentre Firenze si allagava, il suo primo cittadino era impegnato con Vespa, verga il Fatto di oggi. Soltanto un paio di anni fa, in circostanze analoghe dovute a un’emergenza neve, si scoprì che la città era pressoché priva di spazzaneve e addirittura di sale… avete capito bene di sale. Ragion per cui molte persone, per esempio alcuni abitanti di Fiesole, vista & considerata la scarsità e/o l’inadeguatezza dei mezzi di soccorso a disposizione, si ritrovarono a dover passare la notte all’addiaccio, come capitò a me fiorentino doc & sic – visto che, se l’avessi potuto avrei abbandonato già da un pezzo questa piccola e povera città, come ebbe a definirla Marchionne poche settimane fa.

Pur riconoscendo il privilegio di abitare in collina dalla quale scendo in città solo quando me ne vedo costretto, visto & considerato il degrado – dalle buche sull’asfalto alle transenne, dai cavalli di frisia ai cordoli in plastica rosso-bianca – in una deprimente atmosfera di abbandono la quale, oltre a caratterizzare la vasta e desolata periferia dormitorio fiorentina, connota l’ambiente appena fuori dal celebrato centro storico, preda di un turismo per lo più mordi e fuggi. Un centro storico che i fiorentini vivono da anni da estranei e forestieri, a causa del caro prezzi, degli assurdi divieti e delle complicazioni del traffico che rendono l’attraversamento delle città un’avventura disseminata di autovelox e di esosi balzelli, per lo più riferiti a soste vietate per via della scarsità di parcheggi – l’ammontare delle contravvenzioni è al secondo posto degli introiti della città.

Che dire poi della quasi assenza e/o inconsistenza di eventi culturali di rilievo, soprattutto nel campo dell’arte contemporanea, in questa città d’arte ma non città dell’arte, come ciacolano i nostalgici ma non i cittadini più informati, come testimonia l’assenza di un museo d’arte contemporanea, visto e considerato che l’Ex3, spazio pubblico adibito alla bisogna, abbia aperto e chiuso fulmineamente i battenti con la stessa rapidità con cui li aveva spalancati.

“La Firenze storica è un incubo per la popolazione d’oggi – annotava all’inizio dei ’50 l’americana Mary McCarthy nel suo Le pietre di Firenze – una città per molti versi terribile, nella quale vivere è disagevole e pericoloso, la città del dramma, delle dispute, delle faide”.

Citazione necessaria per non attribuire al suo attuale sindaco responsabilità storiche passate e recenti, le quali però non esimono il Renzi Matteo da molteplici responsabilità, come per esempio la non definitiva sistemazione di buche che rendono le strade asfaltate e non, sorta di gruviere pericolosissime per gli utenti delle due ruote. E’ di un anno fa una mia caduta dalla moto costatami una multa “per aver perso il controllo del mezzo” (sic!), nonché lunghe cure non sufficienti a restituire piena funzionalità a un arto superiore lesionato.

Tornando a Fi/renzi e al caravanserraglio di queste assurde così/dette primarie – neanche fossimo in America però dotati di un supposto sindaco che vuò fa l’americano – comunque servite ad attribuire al ceto politico piddino qualche milione di euro da sommare ai precedenti, ci si chiede come sia possibile che la casta degli inviati di regime, anzi dei regimi succedutisi e attorcigliatisi nelle decadi precedenti, non si sia premurata di passare un paio di giorni ma anche di notti, in questa città per un fatchecking in grado di verificare l’attendibilità delle dichiarazioni del suo attuale sindaco il quale, lungi dall’adoperarsi per rendere appena più vivibile l’esistenza dei suoi affezionati elettori e dei suoi mesti abitati, continua a cianciare di improbabili rottamazioni senza rendersi conto d’aver ampiamente contribuito alla rottamazione della ‘sua’ città.

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