Il ddl stabilità è arrivato nell’aula della Camera: verrà approvato con la fiducia, quindi la versione definitiva è quella uscita dalla commissione. Bilancio di crisi, si sa, coi tagli e l’aumento dell’Iva e i soldi che non bastano mai. Eppure l’attività elettorale o di clientela in Parlamento non fa sosta nemmeno in recessione: niente assalti alla diligenza, per carità, ma la certosina raccolta delle briciole sotto al tavolo. È la marchetta al tempo della crisi, per così dire: eccovene una breve carrellata censita nel mare delle votazioni notturne, degli emendamenti illeggibili, del bizantinismo delle procedure parlamentari.

Giornali. Non si può chiudere un bilancio senza reintegrare i fondi all’editoria tagliati in qualche legge precedente. E infatti è successo anche stavolta: l’emendamento per incrementare di 70 milioni il fondo per i contributi diretti all’editoria è passato all’unanimità in commissione Cultura e senza danni pure in quella di merito, la Bilancio. Dispersa invece, al momento, una proposta della Lega per dare 70 milioni pure alle radio (incidentalmente, i padani ne posseggono una).

Venezia. Affonda, si sa, ma non con le tasche vuote. Nel ddl Stabilità è finito uno stanziamento pari a 57,5 milioni “a decorrere dal 2014 ai comuni di Venezia, Chioggia e Cavallino Treporti”, più altri 100 milioni (5 nel 2013 e 95 l’anno dopo) per “la realizzazione di una piattaforma d’altura davanti al Porto di Venezia”. Da chi nasce la proposta? Nientemeno che dai relatori, Pierpaolo Baretta del Pd e Renato Brunetta del Pdl, entrambi veneziani. I soldi, curiosamente, li hanno tolti al Mose (per cui comunque resta un miliardo in quattro anni).

Fiera. Quella di Verona si becca 250 mila euro l’anno per i prossimi tre grazie al solerte deputato Alberto Giorgetti, ovviamente veronese nonché coordinatore veneto del Pdl: lui ha proposto l’emendamento, i relatori (veneti) l’hanno fatto loro.

Marinello. Nel senso di Giuseppe, deputato Pdl proveniente da Sciacca (Agrigento) e uomo assai vicino ad Angelino Alfa-no. Il nostro ha sfruttato appieno il rapporto col segretario per portare a casa un milioncino per assumere i lavoratori socialmente utili nel suo comune e dieci milioni per sanare il contenzioso nato nell’ambito della ricostruzione del Belice, distrutto da un terremoto 45 anni fa. Gli è andata male invece sulla pesca, attività che interessa assai le sue terre: voleva stanziare 2,4 milioni di euro in un triennio per ridurre le aliquote sul carburante.

Microcredito. L’Ente nazionale che se ne occupa “rischiava la chiusura nel 2015”. E allora Mario Baccini – ex ministro Udc che oggi naviga in zona Pdl – si è fatto promotore di un emendamento approvato dalla commissione Bilancio che restituisce al fondamentale organismo 1,8 milioni l’anno. È appena il caso di ricordarlo, ma il presidente dell’Ente per il microcredito è Mario Baccini.

Ingm. È l’Istituto nazionale di genetica molecolare e non si può che essere felici del fatto che verrà incluso tra gli enti che potranno spartirsi il fondo da 315 milioni (università, servizio civile, Comitato paralimpico, Fondo per la diffusione della pratica sportiva e altri) creato ad hoc dalla commissione Bilancio della Camera: c’è però una curiosa coincidenza perché l’emendamento che l’ha reso possibile porta la firma di Ignazio Abrignani, deputato di Marsala come il suo omonimo Sergio, che di lavoro fa proprio il direttore dell’Ingm.

Eipli. È l’Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Lucania. Il governo l’ha soppresso nel dicembre scorso, dando sei mesi di tempo alle regioni per chiudere tutto, ma quello ovviamente è ancora lì: ora un emendamento di due Pdl – il siciliano Catanoso e il romano Marsilio – potrebbe tenerlo in vita fino al settembre 2014. La cosa fa il paio col rifiuto di Pdl, Lega e Udc di accorpare ad altre più grandi l’Autorità portuale di Manfredonia, struttura che spende in stipendi e spese generali il 50% del budget contro il 3% della media nazionale.

Pedemontana. Si parla stavolta non di quella famosa che sta in Lombardia, ma della “Pedemontana di Formia”: per costruirla, dal 2007, vengono stanziati 5 milioni l’anno e Monti voleva levarglieli quasi tutti, ma i deputati laziali Dionisi dell’Udc e Morassut (e altri) del Pd hanno eroicamente difeso l’infrastruttura.

Forestali. Stavolta non sono gli Lsu, ma proprio il Corpo forestale: Lino Duilio del Pd voleva dargli 3 milioni per fare assunzioni anche quest’anno, ma non ce l’ha fatta.

Profondo Nord. La stretta sull’acquisto di beni e servizi nella sanità varrà un po’ meno per le province di Trento e Bolzano. A proporre la modifica è stato curiosamente Roberto Occhiuto, giovane deputato calabrese dell’Udc: la cosa è meno strana, però, se si considera che il partito di Casini, in Senato, ha creato un gruppo proprio coi sudtirolesi di Svp.

Minoranze. Partita di giro al confine orientale: all’unanimità sono stati stanziati nuovi fondi per gli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia, però diminuiscono di 2,7 milioni quelli per l’uso della lingua slovena nella P.A.

da Il Fatto Quotidiano del 16 novembre 2012

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