Decine di perquisizioni, quasi 70 persone indagate, 12 aziende coinvolte, e una serie di accuse  che vanno dall’associazione a delinquere alla corruzione. Uno scandalo di malasanità di proporzioni inedite in terra emiliana getta nella bufera il Policlinico di Modena. Nelle prime ore della mattina, 150 carabinieri del Nas di Parma e di 10 Regioni hanno arrestato 9 cardiologi impiegati a Modena, in un’operazione denominata Camici sporchi. Su ordine della Procura di Parma, i militari hanno effettuato 33 perquisizioni e hanno applicato la misura di divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per 12 aziende, di cui la metà straniere, che producono attrezzature sanitarie e l’interdizione dall’esercizio di attività e professioni nei confronti di 7 persone.

L’indagine. Nel mirino dell’inchiesta ci sono sperimentazioni cliniche sull’uomo di presidi sanitari, eseguite fuori da ogni autorizzazione, e con l’utilizzo abusivo di attrezzature sanitarie non autorizzate. La  spesa inoltre avrebbe gravato indebitamente sul servizio sanitario pubblico. Gli arrestati sono responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, peculato, corruzione, falso in atto pubblico, truffa ai danni del S.S.N., sperimentazioni cliniche senza autorizzazione.

I medici coinvolti. Dei medici coinvolti solo uno è in servizio, gli altri erano contrattisti, mentre  dei nove arrestati un solo professionista è in carcere, gli altri otto sono ai domiciliari. Gli arrestati sono medici specialisti che hanno svolto o svolgono la propria attività nel reparto di cardiologia del Policlinico di Modena.

I nomi degli arrestati. Secondo gli inquirenti il cardine dell’organizzazione è Giuseppe Sangiorgi, emodinamista già allontanato dal Policlinico lo scorso anno. Risultano arrestati anche: Maria Grazia Modena all’epoca dei fatti medico responsabile della struttura complessa di Cardiologia del Policlinico; Vincenzo Luigi Politi, medico di 34 anni in servizio al reparto di Cardiologia; Alessandro Aprile, di 37 anni, in servizio al Policlinico all’epoca dei fatti, ma oggi a Pieve di Coriano; Simona Lambertini, 38 anni coordinatrice della “clinical research”, assegnista di ricerca; Giuseppe Biondi Zoccai di 38 anni, all’epoca dei fatti medico presso il reparto di Cardiologia e ora in servizio al Policlinico Umberto I di Roma; Fabrizio Clementi, di 41 anni, medico in servizio presso il reparto Cardiologia di Tor Vergata; Alessandro Mauriello, di 54 anni, professore associato di Aanatomia patologica e medico al reparto di Anatomia patologica al Policlinico Tor Vergata di Roma; Andrea Amato, di 36 anni, all’epoca dei fatti medico frequentatore di master a Cardiologia di Modena, attualmente in servizio nel reparto di Cardiologia del Policlinico San Marco di Istituti ospedalieri bergamaschi.

Il ministro Balduzzi: “Fatto grave ma dimostra efficacia dei controlli”.  Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Salute, Renato Balduzzi: “L’arresto di 9 medici cardiologi del Policlinico di Modena con l’operazione camici sporchi è un fatto grave, una notizia brutta ma al tempo stesso buona, perché dimostra che c’è un sistema di contrasto importante, che riesce a sgominare illegalità e corruzione”.  Per il ministro, nel caso siano confermate le accuse, c’è purtroppo una quota di professionisti che non sta alle regole del sistema, ma anzi cerca di approfittare degli interstizi”. Balduzzi tiene comunque a precisare che si tratta “di un fenomeno marginale, che sicuramente crea preoccupazione, ma non è la punta di un iceberg. In questi mesi ho verificato che la sanità in Italia è davvero a macchia di leopardo, con picchi di eccellenza e abissi, dentro la stessa struttura. Il fattore umano e organizzativo è così importante che anche in territori di eccellenza possono annidarsi problemi, nicchie di inefficienza e spreco e, a quanto sembra, corruzione e illegalità”.

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