I ferraristi Fernando Alonso e Felipe Massa hanno girato stamattina al circuito di Buddh di Greater Noida per le prime prove libere del Gp dell’India con il simbolo della Marina Militare sulla parte frontale anteriore della carrozzeria per solidarietà con i due marò detenuti a Kerala per l’omicidio di due pescatori indiani scambiati per pirati lo scorso 15 febbraio. Ma la scelta della Ferrari di esporre la bandiera dei marò sulle monoposto per il ministero degli Esteri indiano non è “coerente con lo spirito dello sport”. E’ piuttosto una strumentalizzazione di  “eventi sportivi per promuovere cause che non sono di natura sportiva”. 

Secondo quanto riporta il quotidiano The Hindu, il presidente Peter che guida il Forum Nazionale indiano dei Pescatori ha definito il fatto che abbiano permesso di mettere la bandiera italiana sulle vetture  “un affronto alla società indiana e una sfida alla nostra comunità”. Numerose anche altre critiche sulla stampa indiana: nella pagina delle opinioni, il giornale Mint (affiliato al Wall Street Journal) si domanda polemico “chi sono le vere vittime qui? I due militari che tutto sommato stanno affrontando un processo equo oppure i due pescatori che sono stati uccisi?”. E la casa di Maranello, dal proprio sito ufficiale, ha fatto sapere che “il Tricolore della Marina Militare sulle monoposto della Ferrari al Gran Premio dell’India rappresenta un omaggio ad un’eccellenza del nostro Paese. Nel massimo rispetto delle Autorità indiane, la Ferrari ribadisce che quest’iniziativa non ha e non vuole avere alcuna valenza politica”. 

Per Ignazio La Russa, coordinatore nazionale del Pdl, ” il ministero degli Esteri indiano, che oggi critica la decisione della Ferrari di correre il Gp in India con il Jack della Marina Militare e parla di ‘coerenza con lo spirito sportivo’, deve ricordare che non è coerente con il diritto internazionale e sopratutto con la civiltà e il buon senso continuare a tenere prigionieri in India da otto mesi i due militari italiani che fuori di ogni dubbio non hanno agito con dolo ed erano in missione contro la pirateria in ossequio a decisioni degli organismi internazionali. Il Sistema Italia faccia di più per i nostri marò. La Ferrari sia un primo esempio”. 

Questa mattina, CasaPound ha affisso uno striscione davanti allo stabilimento Ferrari di Maranello per la liberazione dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: “La vera vittoria? Riportarli a casa. Marò liberi”, ma è stato rimosso da ignoti prima che iniziasse il normale turno di lavoro nello stabilimento del Cavallino.“Sono passati ormai otto mesi dall’assurda incarcerazione dei due fucilieri italiani a seguito dei fatti della Enrica Lexie avvenuti il 15 febbraio scorso – ha dichiarato poi in una nota Nando Raiola, coordinatore regionale di CasaPound Italia Emilia Romagna – e non solo, al di là degli annunci roboanti fatti a più riprese dal ministro Terzi, ancora non si è arrivati alla loro liberazione, ma, nonostante le tante incongruenze dell’inchiesta, nemmeno si è assistito al benché minimo progresso sul fronte dell’accertamento della verità”.

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