Franco Fiorito ha pagato con i soldi pubblici la campagna elettorale per le regionali del 2010. Almeno in parte. “Il futuro è Fiorito” è lo slogan che, nella primavera del 2010, campeggia sulle cosiddette tv da strada, installate a Frosinone dalla Bipiemme commnunication di Casamassina, società di comunicazione con sede nella provincia di Bari. Fiorito si accorda per la realizzazione di alcuni spot elettorali: 60 passaggi al giorno – su tre maxischermi piazzati nella città – dal primo febbraio al 26 marzo 2010. Costo dell’operazione: 3 mila euro.
All’epoca il “Federale di Anagni” è un semplice candidato del Pdl. Non è ancora un consigliere regionale né, tanto meno, il capogruppo in Regione Lazio. E i 3mila euro in questione non riguardano il gruppo regionale del Pdl: riguardano la sua personale campagna elettorale.
Eppure, il pagamento della fattura alla Bipiemme communication arriva con due anni di ritardo e – se non bastasse – soltanto dopo la sentenza di un giudice. L’ex capogruppo, infatti, non paga la società pugliese fino a quando non è costretto a farlo. Siamo nel gennaio 2012 e anche questi pagamenti sono al vaglio degli inquirenti che stanno analizzando ogni singola spesa del Pdl. Nell’estratto conto del suo gruppo, alla voce del 2 gennaio, infatti, si legge “disposizione di bonifico a Bipiemme communication srl per prima rata decreto ingiuntivo del Giudice di Pace”. L’importo pagato è di 1025 euro. Nei mesi successivi – fino a giugno – versa periodicamente 503 euro.
Il punto – stando agli estratti della Unicredit – è che Fiorito paga con soldi prelevati dal conto del gruppo Pdl, non dal proprio, esattamente come avveniva per somme destinate all’acquisto di case, auto, barche, vacanze.
Il risultato è un vero paradosso: con i soldi pubblici, destinati al funzionamento dei gruppi in Regione, Fiorito paga – in parte – la campagna elettorale che l’ha portato a essere eletto e, di conseguenza, a diventare il tesoriere dei 17 consiglieri regionali del Pdl. Quella stessa campagna elettorale che gli consente, una volta eletto, di intascare circa 30mila euro tra stipendi e indennità varie. Eppure “er Batman” non paga di tasca propria neanche i 3mila euro che ha investito per se stesso. Per fargli onorare il debito è dovuto intervenire persino un giudice. E il saldo – come abbiamo visto – avviene a spese nostre.
L’EX CAPOGRUPPO RESTA IN CARCERE – Proprio ieri il gip di Roma ha rigettato la richiesta di scarcerazione per l’ex numero uno del Pdl in Regione. Il gip Stefano Aprile respingendo la richiesta di scarcerazione presentata dai difensori dell’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, ha parlato di “assordante silenzio dei soggetti deputati a vigilare sull’uso di risorse pubbliche”. La revoca della misura cautelare era stata sollecitata dagli avvocati dell’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Carlo Taormina e Enrico Pavia, nel corso dell’interrogatorio di garanzia al quale Fiorito è stato sottoposto giovedì scorso a Regina Coeli. Parere negativo era stato espresso dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal sostituto Alberto Pioletti.
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