Lo aspettavano tutti da mesi e alla fine Carlo Fontana è arrivato. Sarà lui, lo storico sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, a prendere le redini del Teatro Regio di Parma nell’era del sindaco e presidente della Fondazione Federico Pizzarotti.

La nomina ufficiale è arrivata oggi, a una manciata di giorni dall’avvio del Festival Verdi, che debutterà il primo ottobre con Rigoletto, ma la presentazione alla città sarà fatte il 10 ottobre, quando sarà illustrato anche l’intero progetto per il rilancio del teatro. “Ringrazio il dottor Fontana – ha dichiarato il presidente Pizzarotti – per avere accettato con disponibilità e senso di responsabilità la sfida di rilancio e sviluppo sostenibile del nostro teatro. A lui la fiducia e il sostegno dell’amministrazione cittadina”.

Fontana sarà l’amministratore esecutivo della Fondazione, non un sovrintendente, come era l’ex Mauro Meli, così come vuole il nuovo statuto della Fondazione. Ad introdurre questa nuova figura è stato il presidente Federico Pizzarotti, il sindaco del Movimento 5 stelle che ha reso carta straccia il bando del commissario straordinario Mario Ciclosi per un nuovo sovrintendente, introducendo al suo posto due ruoli (il direttore generale e quello artistico). In questo modo si sono chiuse definitivamente le porte del Regio per Meli.

L’ex sovrintendente era stato sfiduciato insieme alla vecchia dirigenza dai lavoratori e dai sindacati, ma aveva partecipato al bando di concorso e si era perfino offerto di guidare il teatro per il Festival Verdi 2012 gratuitamente (salvo poi presentare una fattura da 150mila euro da versare alla sua società di servizi “Promozione Arte” per i rimborsi spese degli ultimi tre anni).
Per ironia della sorte, i destini dei due sovrintendenti si incrociano di nuovo, visto che sette anni fa fu Meli a prendere il posto di Fontana.

Il sovrintendente del Teatro alla Scala, in carica dal 1990 al 2005, fu rimosso preventivamente dall’allora sindaco Gabriele Albertini dopo i dissidi avuti con il direttore musicale Riccardo Muti, che portarono a scioperi e proteste tra gli orchestrali. Al suo posto fu nominato proprio Mauro Meli. Guardando la vicenda a distanza di anni, si potrebbe quasi parlare di una rivincita, se non fosse per il fatto che poi Meli alla Scala durò solo qualche mese. I lavoratori del teatro e i sindacati erano dalla parte di Fontana, artefice nei suoi anni di guida, della trasformazione dell’ente a fondazione di diritto privato e del restauro del teatro, e la sua rimozione provocò le dimissioni dell’assessore alla Cultura Salvatore Carubba e un’ondata di scioperi e proteste che alla fine portarono a sfiduciare anche Muti. A questo punto le dimissioni di Meli furono automatiche.

E come per Parma, dove Camera di Commercio e fondazioni bancarie si sono sfilati dal Cda con l’avvio del nuovo corso voluto dai Cinque stelle, anche a Milano i “poteri forti” reagirono ai cambiamenti: nel giro di pochi mesi arrivarono le dimissioni di Fedele Confalonieri dalla presidenza e dal Cda dell’Orchestra Filarmonica della Scala e di Marco Tronchetti Provera dal Cda della Fondazione Scala. Lo ricordano bene i sindacati: “Quando le logiche di potere si impossessano dei teatri si finisce così” commenta Giancarlo Albori di Slc Cgil Milano, che saluta con entusiasmo la nomina di Carlo Fontana a Parma, dove a metà ottobre, proprio per l’occasione, sarà organizzato il coordinamento nazionale unitario delle fondazioni lirico- sinfoniche. “Fontana è un professionista di alto livello e siamo sicuri che saprà fare un ottimo lavoro a Parma, dove i lavoratori hanno dimostrato di essere capaci di non cedere anche in un momento difficile come questo”. Anche Silvia Avanzini, segretaria Flc Cgil di Parma, plaude alla scelta del sindaco: “Fontana avrà il compito non facile del rilancio del Regio e anche quello di aprire un nuovo dialogo sulla cultura in vista del Bicentenario verdiano del 2013”.

La scelta del direttore generale piace anche al Pd, visto che tra l’altro Fontana è stato anche senatore dal 2006 al 2008 nel gruppo dell’Ulivo (poi è diventato nel 2007 Partito democratico – L’Ulivo). “Al dottor Fontana – ha scritto in una nota il neosegretario cittadino Carla Mantelli – spetta il difficile compito di guidare una fase completamente nuova nella gestione del teatro della città, elaborando una strategia che guardi ai prossimi decenni e che sappia rilanciare il teatro come volano del sistema culturale del territorio. Siamo certi che tutta la città collaborerà a questa straordinaria impresa”.

Di certo non sarà facile gestire il Regio in questa nuova fase: ci sono i debiti di oltre 5 milioni, il Cda in cui il Comune è rimasto unico socio fondatore e poi la stagione da ripensare, insieme allo storico problema della stabilizzazione dei precari. Come se non bastasse, da risolvere c’è anche la questione dell’Orchestra Teatro Regio Srl, sostituita in corsa per il calendario del festival verdiano dalla Filarmonica Toscanini per decisione di Pizzarotti. I maestri “licenziati” hanno promesso vendetta e cause legali e la prima plateale protesta è attesa proprio lunedì sera per il debutto di Rigoletto, che segnerà anche l’inizio di una nuova stagione per il Teatro Regio di Parma.

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