Continuano i massacri di cristiani in Nigeria. Almeno 20 persone sono rimaste uccise e altre sono rimaste ferite in un attacco armato contro una chiesa cristiana nel centro nord del paese africano. L’assalto è stato confermato da Gabriel Olorunyomi, comandante dell’esercito nello stato di Kogi, senza aggiungere altri dettagli. Residenti locali hanno accusato dell’eccidio membri della setta islamista dei Boko Haram, già sospettato di altri brutali attacchi che hanno provocato negli ultimi mesi centinaia di morti. Il gruppo ha rivendicato rivendicato uno degli ultimi attentati, quello del 16 giugno scorso contro cinque chiese.

L’attacco è avvenuto ieri seranello stato centrale di Kogi, a Otite contro la Deeper Life Bible Church dove i fedeli si erano riuniti per la lettura della Bibbia che viene fatta il lunedì. Secondo quanto riferiscono siti locali, citando il portavoce della polizia, ad attaccare la chiesa sono stati una decina di uomini armati che hanno chiuso le porte dell’edificio religioso per impedire ai fedeli di fuggire. Anche gli automobilisti che passavano nelle vicinanze e gli studenti di una scuola vicina hanno dovuto cercare riparo per non essere colpiti dal fuoco degli assalitori. Diverse persone sono rimaste ferite.

L’azione, durata oltre venti minuti, è avvenuto nella notte di lunedì quando un commando armato composto da dieci persone si è avvicinato a bordo di un minivan alla chiesa gremita di fedeli raccolti in preghiera per la funzione serale del lunedì. Gli assalitori hanno prima lasciato la chiesa al buio; quindi hanno fatto irruzione, sparando all’impazzata, mentre altri complici si erano appostati all’uscita, barricando le porte della chiesa e impedendo così a chiunque di scappare. Al momento, l’assalto non è stato rivendicato ma l’attenzione degli inquirenti si rivolge al gruppo terroristico di matrice islamica Boko Haram, anche se lo stato di Kogi in passato non ha mai registrato attacchi di questa portata da parte del gruppo responsabile dal 2009 della morte di almeno 1.600 persone. L’attentato arriva in un momento in cui pare riacutizzarsi il conflitto tra Boko Haram e il governo. Il capo dello Stato, Goodluck Jonathan, nelle ultime ore è dovuto intervenire direttamente per condannare la richiesta di Boko Haram di dimettersi e di convertirsi dal cristianesimo all’islam. “Quando i nigeriani votarono nel 2011 Jonathan come loro presidente”, ha affermato il suo portavoce, Reuben Abati, “sapevano che stavano votando per un cristiano. In qualità di presidente Jonathan è il leader sia dei musulmani sia dei cristiani”, e di certo “non può essere intimidito da nessun individuo o gruppo di persone: Jonathan ha ricevuto dai nigeriani il mandato di servire la patria e nessuno mai potrà chiedergli di dimettersi”. A domandarglielo era stato il leader di Boko Haram in persona, Abubakar Shekau, che in un video postato sabato su Youtube si era rivolto direttamente a Jonathan ‘invitandolo’ “ad abbandonare il potere, pentirsi e abiurare al cristianesimo”.

Jonathan è il primo presidente cattolico della Nigeria. Nello stesso video Shekau si scaglia contro il presidente Usa, Barack Obama, ricambiandogli la definizione di “terrorista”. L’amministrazione americana nelle scorse settimane aveva infatti inserito Shekau e altri due leader di Boko Haram, ma non l’intero gruppo, nella lista delle ‘organizzazioni terroristiche internazionali’. Boko Haram, che in teoria afferma di voler islamizzare l’intera nazione, è attivo soprattutto nel nord della nazione e nella capitale. Le ultime violenze rivendicate da Boko Haram risalgono a domenica quando un’auto bomba è andata a schiantarsi contro una pattuglia di militari a Damaturu, capoluogo dello stato nord-orientale di Yobe, uccidendo alla fine otto persone, sei soldati e due civili. Nello stesso giorno, ma un po’ più a est, a Maiduguri, capoluogo di Borno, un commando armato ha freddato un poliziotto e un impiegato in pensione dell’ufficio immigrazione. 

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