Dennis Hopper, una vita da ribelle. Ed è subito Biografilm Festival 2012
A Bologna fino al 18 giugno, tra finzione e documentario, una maratona di biopic da mattina a sera. Film su Joschka Fischer, Bob Marley, Kurt Cobain, Henry Belafonte. E in anteprima Hopper: in his own words, sull'attore che interpretò e diresse Easy Rider, apice cinematografico della New Hollywood
Paradiso, inferno più ritorno. Ecco Hopper in his own words, la biografia documentaria di Dennis Hopper in anteprima nazionale, ad aprire ufficialmente l’ottava edizione del Biografilm festival, dall’8 al 18 giugno, tra le sale del cinema Odeon e del cinema Lumiere di Bologna (qui la presentazione ufficiale dell’edizione 2012)
Dennis sornione e sfuggente con le sue (poche) parole si racconta all’occhio della cinecamera di Cass Warner, nipote di quel Harry Warner, immortalato nella saga dei produttori hollywoodiani di famiglia – The brothers Warner – scorso al Biografilm di qualche anno fa. Immagini risalenti a prima della morte di Hopper, quindi, pre 2010 quando il ribelle e anticonformista attore/regista della New Hollywood che votava repubblicano, morì di cancro alla prostata.
Tra una battuta del nostro seduto nel salotto di casa e parecchi flashback cinematografici/fotografici, la vita del piccolo Dennis, nato a nel 1934 a Dodge City in Kansas, corre come un trenino delle cose perdute e ben fatte, parallelamente alla storia di una Hollywood del dopoguerra che tenta di rinascere con la magniloquenza del technicolor, poi s’imbatte nella controcultura, la sfrutta e la assorbe, infine fa tornare tutti nei ranghi.
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Ecco allora che fa più impressione come il grande mostro del capitalismo cinematografico mondiale si sia mangiato Dennis Hopper e Jack Nicholson, e in misura molto minore Peter Fonda. Parliamo del trio di Easy Rider (1969) che, a dire il vero, e come ci fa abilmente notare la Warner, non è un film che piomba come un fulmine a ciel sereno nella carriera d’attore di Hopper.
Prima, negli anni cinquanta, ci sono Gioventù bruciata e Il Gigante, James Dean e Liz Taylor, la ribellione e la norma. Il calderone dei sogni cinematografici che tutto consente e tutto distrugge e che, infatti, lascia i suoi figliastri più iconoclasti e strafottenti a rifargli il trucco della contestazione. Hopper comparsa sui set western, guadagna la pagnotta anche dopo l’lsd e gli acidi dei chopper sfrontati di quell’incredibile trip cinematografico che è stato Easy Rider, giocandosela come cattivo ne Il grinta con un John Wayne che parla solo di sbieco e con la pistola. Altro che Actor’s studio. The last movie (1971), pura follia controcorrente di Hopper alla seconda regia dopo Easy Rider, è subito fiasco e immersione nell’oblio. Fino a che nel 1977 Wim Wenders lo richiama dall’Europa per lo straordinario L’amico americano e Francis Ford Coppola lo porta nella giungla vietnamita, anzi filippina, per Apocalypse now (1979) a fare da anfitrione ad un Martin Sheen in procinto di incontrare Marlon Brando. In mezzo, come si racconta nel documentario, c’è l’abisso della droga. E dopo, nonostante tutto, il ritorno alla quasi popolarità, con lavori da protagonista, Velluto blu di David Lynch, e da produttore, Colors, interprete Sean Penn.
Non che il documentario di Cass Warner non sia storicamente interessante, ma l’appiattimento delle singolarità di Hopper, la piallatura di ogni formidabile cantonata o successo del nostro, diventano inevitabili e soprattutto identiche tappe di un sistema che pare già scritto in partenza e senza troppe concessioni all’inaspettato.
Ecco allora che una riflessione su questo festival dall’ottimo successo di pubblico passa necessariamente dalla funzione del mezzo più che dai temi toccati. Ovvero le biografie di grandi o piccoli personaggi, documentarie o di finzione, diventano perlopiù strumenti di conoscenza, di analisi e approfondimento storico. In una curiosa sete di sapere che passa attraverso i biopic.
Qui l’intuizione geniale del direttore Andrea Romeo, alcuni anni orsono; ma qui anche il limite di una manifestazione che inglobando una quantità enorme di titoli, perde un po’ per strada lo spirito del focus e dell’approfondimento, fiore all’occhiello delle primissime edizioni. Per ogni informazione: www.biografilm.it
Milano, 12 feb. (Adnkronos) - “Oggi è una giornata veramente bella per noi. È stato un percorso lungo, sono infatti passati sei anni da quando ho cominciato a parlare con L'Oréal Italia e insieme abbiamo costruito questa realtà, che ci ha consentito anche di completare il nostro progetto di The Sign, dove abbiamo raggruppato tre multinazionali. Oltre a L'Oréal Italia, infatti, abbiamo Aon e Ntt Data, 40mila mq complessivi nella zona sud ovest di Milano”.
Così Alexei Dal Pastro, amministratore delegato di Covivio Italia e Germania, all’evento di lancio della nuova sede ‘Beauty Hub’ di L'Oréal Italia a Milano.
“Questi immobili racchiudono tutti i nostri principi e i nostri criteri di sviluppo che, dopo l'esperienza che abbiamo su base europea, abbiamo declinato qui in Italia. Stamattina si è detto tutto sugli immobili, partendo dalla sostenibilità, l'inclusione e la qualità di vita dei dipendenti. Abbiamo veramente concentrato tutti questi valori e siamo felici che l’Oréal Italia sia nostro partner e con soddisfazione abbia preso possesso, con più di 800 persone, di questo nuovo Headquarter a Milano, in Italia”, conclude.
Kiev, 12 feb. (Adnkronos) - Russia e Ucraina si sono accusate a vicenda di aver bloccato la rotazione del personale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia, nell'Ucraina meridionale. Le truppe di Mosca hanno sequestrato la struttura, la più grande centrale nucleare d'Europa, nei primi giorni dell'invasione dell'Ucraina, ed entrambe le parti si sono ripetutamente accusate a vicenda di rischiare un disastro nucleare potenzialmente devastante attaccando il sito.
Dal settembre 2022, il personale dell'Aiea delle Nazioni Unite è presente per monitorare la sicurezza nucleare. A causa dei combattimenti, il personale dell'Agenzia non ha potuto essere sostituito, come previsto, dalla rotazione pianificata, il secondo ritardo di questo tipo in una settimana, hanno affermato sia Kiev che Mosca, scambiandosi la colpa dell'incidente.
Roma, 12 feb. (Adnkronos/Labitalia) - “Ottant’anni sono un traguardo importante non solo nella vita delle persone, ma ancora di più per un’organizzazione come la nostra. È stata l’occasione per rivedere le nostre radici, analizzare il presente e ancora di più il futuro”. Lo ha detto Michele Pagliaro, presidente di Inca Cgil, intervistato da Adnkronos/Labitalia in occasione dell’ottantesimo anniversario del patronato.
“Siamo passati da una consulenza semplice concentrata sulle pratiche previdenziali a una consulenza sempre più complessa e su misura", ha proseguito Pagliaro.
"Nell’ultimo periodo -ha continuato- ci stiamo spostando verso il welfare e quindi con una presa in carico effettiva delle persone che si rivolgono al nostro Istituto con l'obiettivo di determinare una tutela capace di emancipare. Una tutela individuale che poi ovviamente, si lega a quella collettiva svolta dalla Cgil e dalle sue categorie. Siamo passati a una rete che, oltre ad essere una rete fisica, è anche una rete digitale capace di interloquire con tutta la pubblica amministrazione”.
Il presidente di Inca fornisce anche un quadro della situazione italiana per quanto riguarda la tutela delle persone. “In un Paese che ha tanto difficoltà, con poco lavoro e tante criticità per i cittadini, a partire dalla povertà, la tutela -ha detto Pagliaro- rimane per noi un punto centrale. Non siamo soddisfatti delle misure introdotte dal governo, perché il perimetro della tutela si restringe giorno dopo giorno, sempre di più. Noi siamo in campo con i nostri valori e con il valore della prossimità".
"Siamo in campo non solo con una rete digitale ma anche con le nostre operatrici, operatori, sindacalisti e sindacalisti alla tutela individuale che parlano direttamente con le persone. Per noi esistono le persone con i loro problemi di cui ci facciamo carico per provare a innalzare non solo l'emancipazione individuale, ma anche per determinare una qualità della vita migliore", ha continuato.
Infine, Pagliaro ha sottolineato i più recenti impegni e gli obiettivi per il futuro: “Nell’ultimo periodo ci siamo concentrati sulla domanda crescente di welfare locale. Questo ci ha portati a relazionarci con la Conferenza delle Regioni e con l'Anci. Il nostro obiettivo è quello di mettere a disposizione questa straordinaria rete in un territorio che, soprattutto nell'ultimo periodo, ha delle difficoltà. Sono più di 4000 i comuni cosiddetti marginali che vivono sofferenze di marginalità. Lì probabilmente non ci sono gli uffici postali, non c'è la sanità, non ci sono i servizi di cittadinanza. Però, magari, c'è una sede di patronato. Un valore che noi vorremmo mettere a disposizione in una collaborazione e in un partenariato con Regione e Comune. È l'obiettivo che ci diamo anche per guardare con fiducia al futuro”, ha concluso.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - É Gian Piero Gasperini il vincitore della XIV edizione del Premio Nazionale Enzo Bearzot, riconoscimento promosso dall'Unione Sportiva Acli insieme alla Figc. “Gasperini è da molti anni sinonimo di bel gioco e risultati, non facendo mai venire meno serietà del carattere, vocazione didattica e senso del gruppo. Tutte caratteristiche, queste, che lo accomunano ad Enzo Bearzot”, la motivazione con la quale la giuria ha voluto assegnare al tecnico dell’Atalanta, che succede a Simone Inzaghi, il riconoscimento che gli verrà consegnato il prossimo 24 marzo al Salone d’Onore del Coni (sarà prevista copertura Rai). L’annuncio è andato in scena durante la conferenza stampa presso la sala ‘Paolo Rossi’ della Figc, in via Allegri a Roma, alla presenza del numero uno dell’Us Acli, Damiano Lembo, e del presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, dopo che nella mattinata, la giuria del premio, presieduta dagli stessi, e coordinata dal Capo Redattore Sport Ansa Nazionale, Piercarlo Presutti, si è riunita per la decisione nella sede nazionale dell’Us Acli. Da quest’anno, inoltre, il Premio Bearzot si arricchisce anche della presenza di un riconoscimento ai giornalisti, dedicato alla memoria del compianto Gian Paolo Ormezzano, storico inviato de “La Stampa”, direttore di Tuttosport e una delle grandi firme di Famiglia Cristiana, scomparso lo scorso 26 dicembre 2024. Il premio è stato assegnato all’unanimità a Elisa Chiari di Famiglia Cristiana. A nominarla una giuria formata dal direttore di Tuttosport, Guido Vaciago, dal direttore di Famiglia Cristiana, Don Stefano Stimamiglio, dal responsabile dello sport de La Stampa, Antonio Barillà, e dal figlio Timothy Ormezzano, collaboratore del Corriere della Sera.
Gaza, 12 feb. (Adnkronos) - Gli avvocati del direttore dell'ospedale di Gaza Hussam Abu Safiya affermano in una dichiarazione che l'uomo è stato oggetto di ripetuti abusi durante la sua detenzione da parte di Israele. L'Al Mezan Center for Human Rights, un gruppo per i diritti umani palestinese che rappresenta il medico detenuto, afferma che il suo avvocato lo ha visitato ieri nella prigione di Ofer per la prima volta dal suo arresto di dicembre. Il gruppo afferma che l'Idf ha trattenuto Abu Safiya nel centro di detenzione di Sde Teiman prima di trasferirlo nella prigione di Ofer il 9 gennaio, dove sarebbe stato messo in isolamento per 25 giorni.
Mentre si trovava a Sde Teiman, Abu Safiya è stato sottoposto a “gravi abusi fisici, tra cui percosse con manganelli e bastoni elettrici, nonché ripetuti colpi al petto”, afferma il gruppo per i diritti umani. Le Idf non hanno ancora risposto alla richiesta di commenti in merito a tali affermazioni. Situata nei pressi del confine con Gaza, la base militare di Sde Teiman è stata al centro di numerose indagini a seguito di segnalazioni di condotte scorrette e abusi diffusi.
Israele ha arrestato Abu Safiya, direttore dell'ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza, insieme ad altre 240 persone durante un raid nella struttura medica nel dicembre 2024, sostenendo che Hamas la stava utilizzando come rifugio dagli attacchi israeliani. L'esercito ha affermato di sospettare che Abu Safiya sia un terrorista di Hamas. A gennaio, l'Idf ha confermato la detenzione di Abu Safiya, ma non ha specificato dove fosse trattenuto. Due ex detenuti di Sde Teiman hanno detto alla Cnn di averlo visto arrivare alla struttura in "cattive condizioni". Secondo la dichiarazione di Al Mezan, Abu Safiya è stato interrogato per 10 giorni consecutivi in merito ai suoi presunti legami con Hamas e ha "fermamente negato" le accuse, "sottolineando che è un medico il cui unico dovere è fornire assistenza medica ai pazienti e ai feriti".
Roma, 12 feb. (Adnkronos Salute) - La canzone di Cristicchi a Sanremo, 'Quando sarai piccola', "è un inno all'amore, quell'amore che unisce oltre la malattia e che nella malattia trova il suo senso più vero. Il brano del cantautore romano ha il merito di portare alla ribalta tutti coloro che si dedicano ogni giorno a chi soffre, a quelli che si ammalano, e soprattutto a chi perde la salute del cervello". Così all'Adnkronos Salute Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di neurologia (Sin), a margine della presentazione - oggi alla Camera - dell'Intergruppo parlamentare 'One Brain - per la tutela delle persone con disturbi mentali e neurologici', commenta la canzone con cui Simone Cristicchi racconta la malattia della madre che nel 2012 a 63 anni fu colpita duramente da un'emorragia cerebrale mentre era da sola in casa e che le ha causato danni permanenti. Per settimane in terapia intensiva, "mamma Luciana si è risvegliata - scrive Cristicchi - ma non è la stessa Luciana di prima. E' tornata bambina, ma Luciana sorride, sorride comunque".
"Nel giorno in cui in Parlamento viene istituito l'Intergruppo One Brain, parlare di salute del cervello a Sanremo non è una semplice coincidenza, ma esprime una crescente consapevolezza nel nostro Paese delle malattie mentali e delle malattie neurologiche e della loro rilevanza sociale", conclude Padovani.
Milano, 12 feb. (Adnkronos) - “Questo evento rappresenta per noi un momento di profondo significato e un’occasione per ribadire il nostro impegno verso una crescita sostenibile e responsabile. I nuovi uffici della nostra azienda sono stati progettati per garantire il massimo rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale, con spazi e tecnologie pensati per ridurre l’impatto ecologico e promuovere un ambiente di lavoro inclusivo, dinamico e ispirato alla nostra missione di bellezza responsabile. L’Italia ci ha accolto oltre cento anni fa e siamo orgogliosi di far parte del tessuto economico e sociale di Milano”. Così Ninell Sobiecka, presidente e amministratrice delegata di L'Oréal Italia, alla cerimonia di inaugurazione della nuova sede di L’Oréal Italia a Milano ‘Beauty Hub’, sita in Piazza Fernanda Pivano 1.
La presidente e amministratrice delegata di L'Oréal Italia ha illustrato, poi, i cinque principi ispiratori per la costruzione del nuovo building: “Il primo è la bellezza, poi l'italianità, la sostenibilità, il networking, il wellbeing. Bellezza perché siamo leader di questo mercato e ci dedichiamo da oltre un secolo solo a quest’unica passione, la bellezza appunto - spiega - Italianità perché siamo un Gruppo internazionale con radici forti in Italia e questo nuovo ufficio vuole essere anche un omaggio alla bellezza e alla cultura del Paese. A riprova di ciò, le nostre sale riunioni sono chiamate ‘Dolomiti’, ‘Eolie’ e ‘Cinque Terre’ e la nostra caffetteria si chiama ‘Piazzetta’, dove disponiamo anche di una terrazza Belvedere”.
“Sostenibilità perché è veramente un punto molto importante per L'Oréal, come dimostrano gli obiettivi del nostro programma L'Oréal for the Future. Riceveremo inoltre presto una certificazione a conferma di questo impegno - sottolinea Sobiecka - Networking perché abbiamo voluto creare uno spazio di co-creazione, in quanto per noi le migliori idee si trovano sempre quando possiamo lavorare insieme. Per questo abbiamo creato molti spazi differenti come le sale per il brainstorming, per fare video conferenze, ma anche molto spazio per il coworking. Vogliamo aprirci all'esterno e invitare aziende e istituzioni a venire a lavorare insieme a noi”.
“Da ultimo wellbeing, perché noi mettiamo sempre le persone al centro e tutto lo spazio è progettato per pensare al benessere delle persone, cominciando dall’illuminazione, fino ai tipi di sale: abbiamo due terrazze, due caffetterie, una sala per l’allattamento, un negozio e tanti altri servizi per i nostri collaboratori”, conclude.
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