Lo penso da tempo, ma l’articolo su L’Espresso di oggi mi ha tolto ogni dubbio: l’Isvap va abolito (come, probabilmente, molte altre Authority che, lungi dall’essere indipendenti, sono sempre più controllate dalla politica, che le affida a uomini “fidati e vicini”).

L’istituto ha funzioni di controllo e vigilanza sulle assicurazioni ma, da tempo a questa parte, può dirsi che questi controlli non siano proprio così funzionali ed efficaci.
Quanto è accaduto sulle tariffe RC auto è sotto gli occhi di tutti, e, soprattutto, sul (rectius: fuori dal) portafogli di tutti gli automobilisti italiani. Ma oggi si aggiunge un nuovo, allarmante, capitolo.  L’incredibile storia raccontata dal giornalista de L’Espresso sulla vicenda Sai-Fondiaria di Ligresti, e sul ruolo del Presidente Giancarlo Giannini, deve far riflettere sulla opportunità di mantenere un istituto che non è stato in grado (e si spera che la magistratura ne accerti a breve il perché) di evitare la gravissima situazione di bilancio della assicurazione controllata.

Intanto, l’attribuzione delle competenze ad altro ente (si parla da tempo della Banca d’Italia) ed una verifica delle responsabilità del presidente e dei consiglieri dell’Isvap potrebbe essere un bel segnale, volto a fare chiarezza sulla gestione che, per come descritta dal giornalista, sembra essere stata decisamente disinvolta, con tanto di assunzioni del personale discusse e trasferimento di chi, in seguito ad un esposto dei piccoli azionisti di Fondiaria, aveva preparato “le lettere con la richiesta di documentazione, che però non furono mai spedite”.

Infine, un’ultima considerazione: la giurisprudenza ha da tempo stabilito che la Consob è responsabile per omessa vigilanza sulle operazioni che deve controllare. Non vi è ragione per non ritenere che anche gli eventuali danni che derivino dai mancati controlli dell’Isvap debbano ricadere su tale istituto e sui suoi vertici, ove colpevoli di negligenza. Che sia ora di una class action?

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