Ad Agrigento si va verso la riconferma di Marco Zambuto (Udc), che supera il 40 per cento, lasciandosi alle spalle Totò Pennica (Pdl), pupillo del segretario Angelino Alfano; a Trapani il primato di Peppone Maurici, ex deputato regionale di Forza Italia, cui il boss Virga risparmiò la vita, secondo il racconto del pentito Siino, e oggi sostenuto da Grande Sud, Udc, Mpa: la fine dell’impero berlusconiano, nell’isola in cui trionfò con il 61 a 0 nei collegi nel 2001, travolge il Pdl nelle sue roccaforti siciliane più granitiche confinandolo a percentuali minuscole e premiando le alternative nel centro destra.

A salvare la faccia al Pdl (e al suo segretario) è Sciacca, che ha decretato la vittoria al primo turno del penalista Fabrizio Di Paola con oltre il 51 per cento dei consensi, voluto, si dice, direttamente da Alfano. Il vento del cambiamento non soffia nelle urne della Sicilia occidentale, dove un Pd dalle mille facce (e alleanze) resta al palo, con l’unica eccezione di Marsala, dove il candidato appoggiato dal partito di Bersani è Giulia Adamo, ex Pdl, ora Udc, in testa con il 44 per cento dei consensi sul concorrente del Pdl, Salvatore Ombra, fermo al 28 per cento. Anche a Trapani e Agrigento, come nelle carceri palermitane, i detenuti hanno disertato in massa le urne, e se nella città dei Templi il dissidente Pd Peppe Arnone, leader degli ambientalisti, che già una volta aveva sfiorato l’elezione, non va oltre il 12 per cento dei voti, l’eccezione è Alcamo, dove gli elettori hanno punito uno dei ras locali, Mimmo Turano, Udc presidente della provincia di Trapani, che non è andato oltre il 10 per cento; qui gli elettori hanno premiato il candidato di una lista civica formata sull’onda del malcontento popolare, Niclo Solina, arrivato al ballottaggio con Sebastiano Bonventre, candidato del centro sinistra, che il giorno della sua candidatura si è accorto di essere stato iscritto al Pdl a sua insaputa.

Era consapevole del sostegno bipartisan Pdl-Pd, invece, l’aspirante sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, candidato “cavia’’ di un modello Monti che non ha sfondato in provincia di Ragusa: è stato superato e andrà al ballottaggio con il suo quasi omonimo Luigi Ammatuna, appoggiato da una coalizione di sinistra guidata da Sel. A Raffadali, infine, dove è uscito di scena Silvio Cuffaro, fratello del più noto Totò, il suo posto di primo cittadino è conteso tra il deputato del Pd Giacomo Di Benedetto e il ginecologo Franco La Porta sostenuto dal centrodestra.

da Il Fatto quotidiano dell’8 maggio 2012

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