Patrizia Moretti Aldrovandi, Ilaria Cucchi, Lucia Uva e Domenica Ferulli sono quattro donne che hanno “perso” un figlio, un fratello, un parente caro a causa di un tradimento dello stato di diritto da parte di chi avrebbe dovuto avere l’onore e l’onere di servirlo.

Alcune di loro attendono ancora il processo e sentenze che, almeno, restituiscano loro la possibilità stessa di poter ancora credere nella giustizia e nella sua capacità di non guardare in faccia a nessuno, tanto meno a chi avrebbe abusato del suo ruolo e della divisa.

Queste donne, tuttavia, non si limitano più a chiedere giustizia per sé e per chi non c’è più, ma hanno deciso di mettersi a disposizione per contrastare tutti i casi di “malaistituzione e di malapolizia“, sempre, comunque e dovunque, soprattutto quando colpisce i più deboli, i senza diritto, quelli che non possono pagare gli avvocati e sono condannati al silenzio e persino alla vergogna.

Per questo riteniamo importante dare spazio alla loro lettera nella quale denunciano il caso di Luciano Isidoro Diaz, picchiato a sangue, messo alla berlina, ma che ora ha visto riconoscere le sue ragioni dalla Cassazione, ma lasciamo la parola a Patrizia, Ilaria, Lucia e Domenica.

Naturalmente rispondiamo sì al loro appello, ci impegniamo, non solo ad essere presenti alla prima udienza, ma anche a lanciare un appello affinché ciascuno trovi il modo per raccontare la storia di Isidoro e per illuminare il processo, sicuramente il Fatto, come sempre, sarà in prima fila nel dare voce a chi ha rischiato davvero di perderla per sempre.

Per quanto ci riguarda, infine, abbiamo deciso di assegnate il Premio Articolo21 per la libertà di informazione a queste 4 donne che hanno davvero dedicato la vita alla piena affermazione dei valori costituzionali e dell’interesse generale.
Loro sì andrebbero nominate senatrici a vita!

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