Ormai è ufficiale. Dopo aver mantenuto la suspence (una strategia elettorale, all’apparenza) per mesi e mesi, Nicolas Sarkozy si è dichiarato ai francesi: sarà candidato alle prossime presidenziali. Un segreto di Pulcinella, a dire il vero. L’annuncio è arrivato stasera al telegionale delle 20 di Tf1, il più seguito di Francia, E di sicuro il più conciliante con il Presidente. «Bisogna che i francesi comprendano – ha dichiarato – che, se la Francia è forte, saranno protetti».

«La Francia forte» è proprio lo slogan scelto per la campagna, dai tratti volontaristici, in una fase di crisi economica profonda. Sarkozy si è paragonato al «capitano di una nave in mezzo alla tempesta: non puo’ abbandonarla, deve restare al suo posto» in un contesto internazionale caratterizzato «da una successione di crisi». Ha opposto la Francia forte a quella debole, in un momento in cui in tanti gli rinfacciano di essere il «cameriere» della Merkel. E con un riferimento indiretto a François Hollande, il candidato del Partito socialista. In effetti una delle strategie dell’Ump, il partito conservatore, quello di Sarkozy, è proprio puntare costantemente il dito sulla supposta incapacità di Hollande, che in passato non è mai stato neanche ministro, a poter gestire il Paese in una fase di crisi come quella attuale.

Insomma, Sarkozy conta ancora una volta sulla sua capacità a rassicurare il francese medio: lui, l’uomo dai mille progetti, l’iperpresidente, come veniva chiamato ai tempi in cui svettava nei sondaggi. Oggi, però, la musica è diversa. Hollande è dato come il favorito sia al primo turno (fissato il 22 aprile) che al secondo. Sulla base degli ultimi sondaggi, pubblicati stamani, i consensi strappati da Sarkozy al primo turno oscillerebbero fra il 24 e il 26%, mentre per il candidato socialista siamo tra il 28 e il 34%. Sarkozy sconta la delusione per i tanti (troppi) progetti non realizzati («Non si può fare tutto in cinque anni», si è difeso stasera) e la crisi economica e sociale di un Paese che è già entrato in recessione. E che si paragona al diverso destino della Germania.

Come già indicato da diverse dichiarazioni del Presidente e dei suoi più stretti collaboratori negli ultimi giorni, Sarkozy punta, rispetto al 2007, a un ritorno deciso ai fondamentali della destra, per limitare la perdita di consensi nel suo elettorato tradizionale, soprattutto a favore di Marine Le Pen, la zarina del Front National. L’insistenza è da tempo sul tema dell’immigrazione, su quello della laicità (in polemica più o meno esplicita con l’islam) e sulla lotta all’assistenzialismo parassitario. Anche stasera ha ripetuto che «il lavoro è il valore centrale della società» e che «l’assistenzialismo non deve avere il suo posto oggi in Francia». Non si intravedono le aperture trasversali osservate nella campagna del 2007, quando Sarkozy era apparso il prototipo della destra moderna europea, facendo propri anche messaggi considerati tradizionalmente di sinistra.

Da sottilineare che stasera ad accoglierlo e accompagnarlo in diretta tv c’era la giornalista Laurence Ferrari, nel passato indicata come sua amante, conduttrice del telegiornale serale di Tf1. Che è un canale privato, proprietà del gruppo Bouygues, attivo soprattutto nei media e nelle costruzioni. Martin Bouygues è uno dei magnati di Francia più vicini al Presidente (Sarkozy non perde occasione per definirlo «un fratello»). Si è trattato di un avvio di campagna «in famiglia», in un certo senso. Molto facile. Quasi propagandistico. A differenza di altre apparizioni pubbliche recenti, Sarkozy è apparso più rilassato e anche meno stanco fisicamemte. Parte sfavorito. Ma l’uomo può sorprendere. La battaglia, appunto, è solo cominciata.

Articolo Precedente

Attentati a New Delhi, Tbilisi e Bangkok
Per Israele il mandante è l’Iran

next
Articolo Successivo

Libia, Amnesty International denuncia “Torture e abusi da milizie fuori controllo”

next