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“Effetto Pini” a Forlì, la Lega Nord rimanda il congresso di un mese

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Tanto tuonò che piovve. Anzi, nevicò. La bufera scatenata sul deputato forlivese della Lega nord, Gianluca Pini, rischia di avere ricadute pesanti sul movimento locale dell’Alberto da Giussano. Tanto pesanti che il congresso del Carroccio, già calendarizzato da diverso tempo a Forlì e che avrebbe visto come ospite d’onore Roberto Maroni, è stato rimandato di un mese.

Nel comunicato ufficiale che da questa mattina campeggia sulla home page della Lega nord Romagna si legge come la decisione di rinviare il congresso provinciale sia stata presa “per le precarie condizioni climatiche, il protrarsi del rischio neve e le persistenti difficoltà nella viabilità stradale, soprattutto in alcune zone del comprensorio appenninico romagnolo, e vista quindi l’impossibilità di moltissimi delegati e militanti della Lega Nord di raggiungere il Comune di Forlì e la zona fiera, poiché isolati o limitati negli spostamenti”.

La versione ufficiale è quindi legata alle avverse condizioni climatiche. Ma la verità si nasconde dietro lo scandalo legato al deputato forlivese del Carroccio, Pini appunto, i cui guai con il fisco sono stati raccontati da Il Fatto proprio pochi giorni fa.

L’onorevole Pini risulta essere infatti il socio di maggioranza relativa al 40 % con carica di procuratore institore (dal 29 maggio 2002 al primo dicembre 2010) della società Nikenny Corporation srl (che passa dal commercio di apparecchiature elettromeccaniche all’importazione di caffè al ginseng dalla Malesia) costituita il 19 aprile 2002. Amministratrice unica è Alessia Ferrari socia al 30 %; altri due soci con il 15 % ciascuno sono il leghista Avio Bellagamba e Maurizio Parma, vicepresidente della Provincia di Piacenza in quota Lega nord. Nel 2004 la Guardia di Finanza scopre che “al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, la società ha utilizzato fatture per operazioni inesistenti per l’anno 2004 per complessivi euro 1. 419. 044 (fatture emesse dalla Tech Line srl) e nell’anno 2003 per fatture emesse dalla Full Service srl per euro 627,00 e ha emesso fatture alla Full Service per euro 217.243, 61”.

A risponderne penalmente è l’amministratore unico, Alessia Ferrari, ma il processo in corso cadrà in prescrizione. A questo punto Pini, già deputato della Lega Nord escogita un piano per salvare la propria attività dall’aggressione dello Stato creditore. Il 28 dicembre 2010, mentre la Nikenny Corporation è ancora attiva, costituisce la Gold Choice Europe srl, sempre per l’importazione di caffè: Pini è l’amministratore e il socio di maggioranza, mentre il socio di minoranza è Paola Ragazzini anche lei leghista e sua compagna, tecnico di laboratorio alla Usl di Ravenna in aspettativa per ragioni familiari fino al prossimo 31 agosto. All’insaputa dell’amministratrice unica Ferrari, Pini vi trasferisce l’attività della Nikenny Corporation srl trasformando di fatto la società debitrice allo Stato per quasi 2 milioni di euro in una scatola vuota.

La Lega forlivese teme quindi che “l’effetto Pini” si trasformi in un boomerang contro lo stesso movimento e rinvia preventivamente il congresso provinciale di un mese sperando che le acque attorno a Pini e ad altri esponenti della Lega si plachino. Sempre che, anche per il prossimo 10 marzo, il meteo non metta neve.

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