La leader del Front National, Marine Le Pen

Una delle ultime speranze per Sarkozy, in vista delle prossime presidenziali? Che Marine Le Pen non possa accedere al primo turno, il 22 aprile, a causa di un cavillo burocratico: la necessità di raccogliere le firme di almeno 500 sindaci, come stabilito dalla Costituzione francese. La leader dell’estrema destra si trova in serie difficoltà su questo fronte. Il Presidente, dato dai sondaggi a forte distanza dal candidato socialista François Hollande, sta puntando comunque sul recupero dei consensi a destra. Anche mediante ambigue dichiarazioni, prossime al razzismo, del solito Claude Guéant, ministro degli Interni, anima conservatrice del suo partito, l’Ump.

A poco più di un mese dal limite fissato per la raccolta delle firme dei sindaci, la Le Pen sarebbe appena a quota 360. La possibilità che la candidata del Front National (Fn), a causa dell’ostracismo degli altri partiti, dicono i suoi sostenitori, non possa raggiungere la soglia prevista, è più che concreta. Secondo Dominique de Villepin, candidato minore della destra (già premier ai tempi di Jacques Chirac), l’esclusione della Le Pen rappresenterebbe per la Francia il «rifiuto della democrazia», mentre per il sarkozysta François Baroin, attuale ministro dell’Economia, «esiste una legge, che lei si arrangi».

Sta di fatto che già si cominiciano a fare i calcoli: dove andrebbero a finire i voti riconosciuti dai sondaggi alla Le Pen? Non si tratta di poca cosa: da mesi sfiora il 20% al primo turno, con la possibilità addirittura di scavalcare Sarkozy e andare al secondo contro Hollande. L’ultima indagine, realizzata da Ipsos, indicava che il 35% dei potenziali elettori della Le Pen diserterebbe le urne. Ma il 23% ripiegherebbe su Sarkozy, così da portarlo dal 25 al 28,5%, più vicino a Hollande (33,5%), che approfitterebbe solo marginalmente della scomparsa della candidata dell’estrema destra dalla corsa. Pochi giorni prima un altro sondaggio, di Ifop, piazzava nell’eventualità addirittura al primo posto a pari merito l’attuale presidente e Hollande con il 33%.

Intanto Sarkozy, che qualche anno fa si presentava come l’espressione moderna della destra europea, con una politica dalle sottolineate aperture alle esigenze tradizionalmente di sinistra, sta puntando proprio al recupero dei consensi sul fronte a destra del suo bacino di elettori. Come? Utilizzando la «carta Guéant», il suo ministro degli Interni, già noto per altre dichiarazioni shock. «Contrariamente a quello che sostiene l’ideologia relativistica della sinistra, non tutte le civiltà si equivalgono – ha detto sabato scorso -: quelle che difendono l’eguaglianza, la libertà e la fraternità ci sembrano superiori a quelle che accettano la tirannia, l’inferiorità delle donne e l’odio sociale ed etnico». In tanti hanno visto nelle sue parole un riferimento ai musulmani. Insomma, un puro discorso lepenista… Martedi’ Guéant ha negato di aver pensato all’islam pronunciando il discorso. Ma tutto resta molto ambiguo, come l’accenno alla polemica di Sarkozy. Che ha definito «di buon senso» il ragionamento del ministro.

Sembra, comunque, che ormai la parola d’ordine del Presidente ai suoi aficionados sia: calmare le acque. E intervenire con toni più tolleranti, in quel gioco tipico di Sarkozy (un colpo al cerchio e uno alla botte), che permetta di captare il maggior numero di consensi possibile nell’ampio bacino che va dal centro all’estrema destra. E’ anche quello che, partendo da posizioni più estremistiche, sta facendo Marine Le Pen, che si ritrova con sostegni assai eterogenei, numerosi pure tra i giovani: una novità per il Front National. Non ha le 500 firme dei sindaci, ma può contare su oltre 33mila fan su Facebook. E il suo partito è quello che in Francia ne ha di più sulla rete sociale: quasi 51mila contro i 34.400 del Partito socialista. E appena 22mila per l’Ump, la formazione di Sarkozy.

Articolo Precedente

I 499 avatar di Putin

next
Articolo Successivo

Barack Obama a Mario Monti: “Tra Stati Uniti e Italia relazione mai così forte”

next