Il ministro della Giustizia Paola Severino

Un indulto mascherato: Lega Nord e l’Idv non usano mezze misure per bollare il decreto svuota carceri. E contro il governo e il suo modus operandi c’è qualche mugugno anche all’interno del Pdl, con il deputato Bianconi che denuncia: “Ci trattano da minus quam merdam“. Il Carroccio, invece, non si limita agli attacchi verbali, sommergendo di fischi il ministro Giarda quando ha annunciato la questione di fiducia.

“Dal punto di vista della Lega posso comprendere le ragioni politiche” della protesta, ma “porre la fiducia sul decreto ‘svuota carceri’ era assolutamente necessario”. Il Guardasigilli Paola Severino ha giustificato con queste parole le veementi proteste del Carroccio dopo che l’esecutivo, come annunciato nei giorni scorsi, ha deciso di mettere la fiducia sul dl contestato dal partito di Bossi. Una protesta, quella dei deputati leghisti, ormai consueta a Montecitorio: mentre il ministro ha annunciato la mossa del governo, infatti, dai banchi ‘verdi’ si sono levate urla e fischi.

”Vi erano circa 600 emendamenti della Lega che aveva pienamente annunciato la sua attività ostruzionistica e, dunque, il voto di fiducia sul decreto era una necessità” ha detto il ministro della Giustizia, che poi ha precisato che “il problema è esclusivamente quello del tempo: credo vi fossero tutti i requisiti perché questo decreto legge per alleggerire la tensione nelle carceri arrivasse a maturazione. Lo strumento era corretto e i tempi per il suo utilizzo li detta la legge”. Sul contenuto del decreto, poi, Paola Severino ha assicurato che “nessun delinquente pericoloso sarà libero di camminare per la strada”. Sulle polemiche circa i temuti effetti della detenzione domiciliare per i fermati in flagranza in attesa di giudizio per direttissima, il ministro ha ribadito che il provvedimento “offre al magistrato la possibilità di agire su tre diverse alternative nell’utilizzo della misura cautelare: la detenzione domiciliare, quella nelle strutture idonee in utilizzo alle forze dell’ordine e, in ultima ipotesi, il carcere”. Il ministro ha anche sottolineato che il decreto ha ridotto da 96 a 48 ore “il tempo che deve intercorrere dal momento del fermo a quello della convalida della detenzione”.

Tra le fila della Lega, però, le parole del ministro non fanno presa. “La politica è fatta da professionisti del Palazzo, ci sono personaggi in Parlamento da trent’anni e i cittadini non li conoscono. Poi oggi c’è un governo non eletto, allora capisco lo sconforto del cittadino verso la politica” ha detto il ‘padano’ Marco Reguzzoni, che poi ha attaccato fortemente il provvedimento del governo: “Adesso con lo svuota carceri ci sarà un governo non eletto che lascerà a piede libero i carcerati con un indulto mascherato, mentre tutti chiedono certezza delle pene. Da cittadino io sarei arrabbiato”. La Lega Nord, però, non è l’unico partito a protestare. Anche l’Idv voterà contro la fiducia posta dal governo. “Ci costringete a farlo ancora una volta. Sono state chieste troppe fiducie, siete sulla stessa media del governo Berlusconi con la differenza che questo governo non è politico e quindi deve essere quanto mai attento alle esigenze del Parlamento e dei deputati” ha detto Fabio Evangelisti. Sulla stessa linea d’onda il capogruppo dipietrista alla Camera Massimo Donadi, secondo cui il decreto svuota carceri è un intervento “tampone che non risolve il problema del sovraffollamento delle carceri. Ottiene solo di fare uscire di galera i delinquenti”.

Voce fuori dal coro del sì al decreto anche all’interno del Pdl. E’ quella di Maurizio Bianconi, che denuncia: “Quattro provvedimenti, quattro fiducie e Napolitano non dice niente…” Il deputato berlusconiano, poi, sul comportamento del governo ha aggiunto:  ”Mettono la fiducia e se ne vanno! Siamo meno di merde! Minus quam merdam!”.

Nel frattempo, la riunione dei capigruppo di Montecitorio ha stabilito che il voto di fiducia sul dl ‘svuota carceri’ si svolgerà domani alle 12. Dalle 10,15 in poi dichiarazioni di voto, mentre il voto finale sul provvedimento sarà martedì 14 febbraio. All’interno del dl ‘svuota carceri’ è previsto l’innalzamento da dodici a diciotto mesi della pena scontabile presso il domicilio del condannato anziché in carcere, permettendo quindi di applicare la detenzione presso il domicilio introdotta dalla Legge 26 novembre 2010, n. 199 (“sfolla carceri“) ad un maggior numero di detenuti e riducendo il fenomeno delle cosiddette porte girevoli. Gli arresti domiciliari non sono applicabili ai soggetti condannati per delitti gravi (terrorismo, mafia, traffico di stupefacenti, omicidio, violenza sessuale di gruppo), ai delinquenti abituali, professionali o per tendenza, ai detenuti che sono sottoposti al regime di sorveglianza particolare e nei casi di concreta possibilità che il condannato possa darsi alla fuga o sussistano specifiche e motivate ragioni per ritenere che il condannato possa commettere altri delitti.

Più in dettaglio, lo svuota carceri introduce due modifiche nell’articolo 558 del codice di procedura penale. Con la prima si prevede che, nei casi di arresto in flagranza, il giudizio direttissimo debba essere necessariamente tenuto entro, e non oltre, le 48 ore dall’arresto, non essendo più consentito al giudice di fissare l’udienza nelle successive quarantotto ore. Con la seconda modifica viene introdotto il divieto di condurre in carcere le persone arrestate per reati di non particolare gravità, prima della loro presentazione dinanzi al giudice per la convalida dell’arresto e il giudizio direttissimo. In questi casi l’arrestato dovrà essere, di norma, custodito dalle forze di polizia, salvo che ciò non sia possibile per mancanza di adeguate strutture o per altri motivi, quali lo stato di salute dell’arrestato o la sua pericolosità. In tali casi, il pubblico ministero dovrà adottare uno specifico provvedimento motivato.

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