Essere pensionati e rimanere disoccupati. Sembra un paradosso eppure a febbraio trentacinque anziani incaricati di gestire il traffico davanti alle scuole romagnole, e consentire ai bimbi di raggiungere le aule in sicurezza, saranno sostituiti dal Comune di Rimini. Che metterà al loro posto personale volontario non pagato. E perderanno così quello stipendio di 130 – 150 euro al mese che costituiva per loro, a pensione minima, circa 500 euro mensili, un’importante fonte di reddito per vivere dignitosamente la quotidianità.

“Le persone che lavorano da noi” spiega Sergio Lepri, presidente della Cooperativa sociale pensionati, che da trent’anni ha in carico questo e altri servizi utili alla comunità “sono tutte in una situazione di forte disagio economico, percepiscono pensioni molto basse, spesso a regime minimo. Noi troviamo qualcosa da fare a chi è in seria difficoltà e, in cambio di un piccolo rimborso, queste persone offrivano un importante servizio alla città, un incarico che oltre a richiedere sacrifici, sveglia all’alba e diversi chilometri in campagna con freddo, pioggia o neve, aiutava le scuole a garantire la sicurezza degli alunni. Non è un compito che toglie spazi occupazionali, perché solo un pensionato può garantire un orario simile, all’apertura e poi alla chiusura delle scuole, ma qualcuno deve pur svolgerlo”.

Ora, invece, ad occuparsi della sicurezza dei bambini al di fuori degli edifici scolastici saranno i volontari, che il Comune sta cercando attraverso un bando con scadenza al 31 gennaio. Data di fine contratto per i 35 pensionati attualmente impiegati. “Dubito fortemente che qualcuno risponderà al bando” ha sottolineato Lepri “perché mentre il volontariato è un’attività che una persona svolge quando se la sente, per esempio una o più volte la settimana, questo è un lavoro che richiede una presenza quotidiana, tutte le mattine, è un impegno che va assunto consapevolmente”.

“Non è giusto che ci tolgano il lavoro, a noi che guadagniamo così poco” ha commentato la notizia Filippo, 76 anni, che tutte le mattine si fa 3 chilometri in bicicletta, ben coperto, per risparmiare i soldi della benzina “con quello che costa”.

“Io gratis non lo faccio” ha aggiunto Enzo, che oltre ad aiutare bimbi e genitori svolge anche qualche lavoretto per la scuola, sparge il sale quando c’è ghiaccio, spazza, tiene in ordine. Senza chiedere nulla in più. “Mi faccio 20 chilometri al giorno ma va bene, con quello che guadagno ci pago una bolletta e poi mi rendo utile. Questa notizia non ha preoccupato solo me ma anche le mamme, le famiglie dei bimbi che frequentano la scuola che seguo. In molti si stanno mobilitando per trovare una soluzione, si fidano di me e non vogliono che debba lasciare il posto, anche perché le strade della periferia sono molto trafficate e pericolose”.

“Ho fatto volontariato per anni” ha sottolineato Giorgio “per la Protezione civile quando ci fu l’alluvione ad Alessandria nel 94’, dopo il terremoto di Ancona nel 98’, e per il Soccorso in mare, e riconosco la differenza. Ma alzarsi tutte le mattine alle 6,30 e avere un impegno che non si può disertare si chiama lavoro, occupazione. E’ ben diverso. E a noi quegli 8 euro al giorno fanno comodo, io per esempio ci compro il pane, ci faccio un po’ di spesa”.

Dal Comune però la decisione sembra già essere stata presa. Oltre ad aver pubblicato il bando, infatti, secondo l’amministrazione non ci sono più i presupposti per mantenere attivo il servizio, o meglio, per continuare a dare un riconoscimento economico ai pensionati della Cooperativa.

“Oggi ci sono meno risorse e anche lo scenario è cambiato” ha dichiarato Nadia Rossi, assessore comunale alle politiche del lavoro “qualche decennio fa, quando è nata la convenzione con la Cooperativa, gli anziani erano al margine della società e offrire loro questa possibilità era un modo per reintegrarli, per far sì che si sentissero utili. Quel fine sociale è stato raggiunto e oggi ci sono molti più bisognosi di cui occuparsi, per cui abbiamo dovuto operare questa scelta, prevedendo un risparmio di circa 76.000 euro. Ovviamente abbiamo chiesto ai pensionati che già lavorano davanti alle scuole di unirsi ai volontari e di continuare a svolgere la loro attività, in modo gratuito però”.

Una proposta che per i lavoratori in causa è inaccettabile. “Con tutti gli sprechi, con tutte le voci che potrebbero essere tagliate chiedono a noi di lavorare gratis” ha concluso Giorgio “come se gli anziani non avessero bisogno di soldi. Sono sempre i soliti a pagare il costo di questa crisi. Prima i deboli, i poveri, i servizi utili, il welfare. Quando pagheranno anche gli altri?”

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