L’Agenzia delle Entrate sta facendo verifiche sulla dichiarazione dei redditi che il contribuente Vasco Rossi, professione rockstar, ha presentato nel 2008 dichiarando un imponibile di 5,8 milioni di euro. Il fisco sospetta che il musicista di Zocca ne avrebbe guadagnati 10,3, di milioni. Lo rivela il settimanale “L’Espresso”, in edicola oggi. Così in seguito a verifiche effettuate lo scorso anno la società di cui Vasco risulta socio lo scorso dicembre ha provveduto a rispondere all’ente che si occupa di tributi a una prima serie di “verbali di constatazione” avviando così il processo di accertamento.

Non si tratta tuttavia di una procedura sconosciuta a Vasco Rossi, osservato speciale all’Agenzia delle Entrate fin dal 2010. In quell’anno, infatti, la lente di chi deve andare a individuare potenziali evasori si era focalizzata su uno yacht riconducibile al rocker che era ancorato nel porto di Sanremo. E Vasco, già in quell’occasione, aveva respinto gli addebiti che il fisco gli muoveva.  In quell’occasione, proprio a L’Espresso, il cantante dichiarò che odiare i furbetti delle tasse che non le pagano. Inoltre, in base a quando dichiarato, tutte le sue proprietà sono alla luce del sole, avendole intestate a società da lui aperte per “limitare eventuali ritorsioni contro la mia persona fisica per eventuali danni causati a terzi dalla barca o dal suo equipaggio”.

Tornando all’indagine in corso, che sarebbe prossima alla conclusione, l’attenzione degli ispettori del fisco si sta concentrando su una serie di rapporti professionali, prestazioni e relative fatture che le sue società si sarebbero scambiate. L’ipotesi è che chi cura gli interessi di Vasco Rossi abbia teso a ridurre l’importo di quanto versare alle casse dello Stato in base alla sua dichiarazione dei redditi personali. Un meccanismo che, se confermato una volta chiusa l’ispezione, potrebbe far emergere quasi 5 milioni di euro non versati o posticipati ad anni fiscali successivi. Lui invece, dichiarandosi il “primo contribuente di Bologna”, la città dove vive, continua a dire che la situazione sta in altri termini. E, visto che ciò che viene contestato a Rossi non è ancora stato accertato, non è affatto detto che “la versione di Vasco”, per citare il suo recente libro, non sia quella corretta.

Lo staff del rocker, attraverso la pagina facebook ufficiale, ha preso posizione parlando di un errore da parte dell’Espresso: “Le indiscrezioni raccolte su Vasco da parte dell’Espresso – scrive la portavoce Tania Sachs – purtroppo non sono fresche: sono di oltre 18 mesi fa, del 13 agosto 2010 (periodo di punta per i controlli sulle imbarcazioni). L’Espresso, infatti, ripropone la notizia sui controlli – di normale routine – effettuati dalla Agenzia delle Entrate sulla barca, di 23 mt ormeggiata tutto l’anno nel porto di Sanremo, intestata alla Giamaica, società tutta italiana. In merito agli “ulteriori approfondimenti “ che sarebbero “partiti “ – come appreso dall’Espresso – e che riguarderebbero “il modo in cui in questi anni alcuni guadagni sono stati ripartiti fra Vasco e le sue diverse società” , possiamo solo dire, come un anno e mezzo fa, che non ne siamo a conoscenza. Non risulta che a Vasco sia mai arrivata la richiesta di informazioni o chiarimenti sul suo reddito personale. Simili indiscrezioni, prive di riscontro, gettano inevitabilmente un gratuito discredito sull’immagine di Vasco Rossi; continuare a riproporle ogni anno, poi, diventa, oltrechè dannoso, anche antipatico”.

articolo aggiornato alle 14.30 del 20 gennaio 2012

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