Meno euro per le spese, ma anche meno rifiuti nei cassonetti. I 400 milioni di euro in meno spesi per le festività natalizie rispetto agli anni passati, e alle previsioni di dicembre che stimavano acquisti per 4,4 miliardi di euro, si sono fatti sentire anche per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti, con cassonetti mediamente più vuoti in tutta Italia.

A Roma, sotto le feste, si è raccolto in media il 10% di spazzatura in meno, a Napoli il calo è stato del 6%, a Firenze dell’1% e anche a Bologna, sebbene i dati definitivi non siano ancora stati pubblicati, si stima una diminuzione in linea con gli altri capoluoghi italiani rispetto allo stesso periodo del 2010.

La popolazione non  ha solo comprato di meno, portando tutti i settori merceologici e i servizi a una diminuzione delle vendite così significativa da etichettare il 2011 come l’anno peggiore da quando è iniziata la crisi economica. Ma ha anche prestato una maggiore attenzione a cosa portare a casa e a cosa, invece, buttare nella spazzatura.

Inoltre, a sorpresa, l’austerity vissuta dal paese innalzato il livello di attenzione, negli italiani, per le modalità di smaltimento dei rifiuti, dando nuovo impulso alla raccolta differenziata, in sensibile aumento in tutte le regioni.

Una tendenza che in Emilia Romagna era già iniziata nel biennio precedente. Infatti, secondo i dati emersi dal Report Rifiuti 2011, realizzato da Regione e Arpa, per la prima volta lo smaltimento ecosostenibile ha superato la raccolta indifferenziata toccando il 50% dei rifiuti urbani prodotti, oltre 3 milioni e 93 mila tonnellate, con un aumento rispetto al 2009, del 3,1%.

I Comuni virtuosi che hanno superato l’obiettivo del 50% sono stati 153, di cui sei (Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Ravenna, Forlì e Rimini) costituiti da centri di medie dimensioni e capoluoghi di provincia.

Bologna è stata la provincia che ha prodotto più rifiuti, 584.644 tonnellate, ma in regione la città che ha ottenuto il titolo di capoluogo più green è Rimini, dove la raccolta differenziata ha raggiunto l’aumento più significativo, il 10,1%. In generale, secondo i dati ufficiali, in testa alla classifica si sono posizionate Reggio Emilia, Parma e Piacenza, rispettivamente a quota 58,4%, 56,6% e 54,1%.

La Dotta, in controtendenza rispetto all’andamento generale, ha registrato solo il 40,7% e si è posizionata in fondo alla classifica, molto in basso se paragonata ai risultati ottenuti in tutta la regione.

“Così non va – ha commentato Vito Belladonna direttore tecnico Arpa, sulle pagine del Corriere di Bologna – la presenza dei cassonetti dell’indifferenziato è sicuramente un parziale disincentivo. Servono strategie diverse, ma soprattutto bisogna dare un segnale chiaro ai cittadini”.

A livello di singoli comuni sono state oltre 50 le realtà, prevalentemente di piccole dimensioni, che hanno superato il 65% di raccolta differenziata, registrando anche picchi virtuosi superiori all’80%.

Un segnale positivo, quello rappresentato dai dati, che è destinato a portare vantaggi in tutto il territorio in termini di energia e di qualità della vita. Infatti la quasi totalità dei rifiuti raccolti in modo differenziato in Emilia-Romagna verrà avviato al recupero: i dati del 2009, i più recenti disponibili al riguardo, sulla base di una specifica indagine condotta sulla filiera del riciclo, indicano percentuali che vanno da un minimo del 76% per la plastica a un massimo del 99% per la carta.

Si attestano sul 98% le quote di recupero per legno, vetro e verde; sul 97% quelle per acciaio e alluminio; sul 95% quello relativo al verde. Una tendenza che simboleggia, con il suo successo, una crescente sensibilizzazione degli italiani per le tematiche ambientali e un trend che, nel lungo periodo, alleggerirà l’impatto sull’ambiente dei consumi della popolazione.

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