Si chiude un anno nero per Piazza Affari, che in dodici mesi ha perso oltre il 25%, registrando ad agosto la performance peggiore e scendendo, a fine anno, a una capitalizzazione complessiva di 333,3 miliardi di euro, in calo rispetto ai 429,9 miliardi con cui aveva archiviato il 2010. Il mercato italiano rappresenta il 20,7% del prodotto interno lordo nazionale (era al 27,6% nel 2010). E’ quanto emerge dalla review annuale della Borsa Italiana, che riporta i dati aggiornati a venerdi’ 23 dicembre. Nel dettaglio, a una settimana dalla chiusura dell’anno l’indice Ftse Mib ha registrato un calo del 25,28%, con un massimo annuale di 23.178 punti il 17 febbraio e un minimo di 13.474 punti il 12 settembre. L’All Share ha lasciato sul terreno il 24,48% (massimo annuale di 23.741 punti il 17 febbraio, minimo di 14.320 punti il 22 settembre). Flessione del 23,66% rispetto a fine 2010, invece, per il Ftse Mib storico.

Per trovare un anno peggiore sui mercati di quello che sta per concludersi bisogna andare al 2008. Se il 2009 aveva visto segnali di ripresa (+19,5%), il 2010 era stato ancora negativo (-13,23%).Agosto, con una flessione dell’indice principale del 15,6%, è stato il mese peggiore del 2011, mentre il dato migliore è quello relativo a gennaio (+9,3%). La seduta peggiore dell’anno è stata quella del primo novembre, con il Ftse Mib in calo del 6,80%, in assoluto il quarto risultato peggiore dal 1998.

L’anno si chiude con 328 società quotate sui mercati di Borsa italiana, di cui 304 sul principale, vale a dire quattro in meno rispetto al 2010. Le società quotate quest’anno sono state 328, di queste 10 sono le new entry, mentre 14 quelle che hanno lasciato Palazzo Mezzanotte. Le 10 nuove società entrate sono: Italy1 Investemnt, Unione Alberghi Italiani, Imvest, Valore Italia Hp, Made in Italy 1, Salvatore Ferragamo, Soft Strategy, Ternigreen, Ambramobiliare. A queste si è aggiunta l’ammissione di Fiat Industrial. Nel 2010 le Ipo erano state 10 e 7 nel 2009. Nel corso dell’anno 3 società hanno ottenuto il rilascio del giudizio di ammissibilità alla quotazione (Lima Corporate, Fedrigoni e Sea) che permette loro di pianificare l’operazione nei successivi 12 mesi.

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