Settore edile e avvocati, dentisti e medici. Ma anche ristoranti e bar. E’ qui che si annida la maggior parte dell’evasione in Italia, tra fatture non richieste per pagare meno e scontrini dimenticati. A prenderne nota è il sito Evasori.info, che dal 2008 raccoglie le segnalazioni sulle piccole e grandi truffe contro il fisco. Che oggi ammontano al 18% del Pil nazionale. “Ci lamentiamo dell’evasione fiscale, eppure spesso chiudiamo un occhio”, leggiamo sulla homepage del sito, che tutela l’anonimato di utenti ed evasori e raccoglie le denunce via web, con una app per iPhone e Android e su Facebook. Basta inserire la città, la categoria dell’attività o dell’esercizio commerciale, la frequenza e l’ammontare della transazione. Il risultato? In tre anni oltre 200mila denunce virtuali per un totale di più di € 37 milioni di euro.

Dati che hanno creato una mappatura delle province più colpite e dei tipi di evasione più diffusi. Il 51.4% riguardano importi inferiori ai 10 euro, il 9% sono tra i 20 e i 50 euro e dai 500 ai 10mila euro soltanto il 5,1%. Ma se osserviamo il sommerso e le segnalazioni per categoria, vediamo che il comparto edilizio evade per 3,4 milioni di euro, seguito da medici e dentisti con 3milioni e settore immobiliare per 2,4. Tuttavia le minitruffe più comuni riguardano bar (oltre 57mila) e ristoranti (quasi 25mila).

“Non è uno studio scientifico, ma uno specchio costruito dagli utenti”, spiega il fondatore del sito. E’ italiano, ha 46 anni, e insegna informatica presso un’università del Midwest ma non vuole svelare la sua identità perché “questo è un servizio della comunità e di chi lo usa”. Ha studiato il sito in modo che l’utente, ad esempio, non possa fare più di sette segnalazioni a settimana e la garanzia di anonimato anche per l’evasore previene abusi e accanimenti ad personam. Spiega di avere ricevuto anche mail di minaccia, “perché ci sono persone a cui non piace che gli evasori vengano stanati” ed è convinto che la responsabilità individuale sia l’unico modo per risolvere il problema del fisco in Italia: “E’ scandaloso che ci si senta in diritto di fregare il prossimo, senza vergogna. Se davvero tutti si indignassero quando non viene dato uno scontrino e chiamassero la Guardia di Finanza, il problema sarebbe risolto all’istante”.

A giugno 2010 i dati raccolti dal sito sono stati elaborati da Francesco Flaviano Russo del Centro Studi di Economia e Finanza (CSEF) delle Università Napoli, Salerno e Bocconi : “Evasori.info, con il suo database di self report, rappresenta una novità per la raccolta dati – spiega – . Il quadro di evasione che emerge è composto di transazioni di piccolo importo che dimostrano perciò un’ampia tolleranza nei confronti delle piccole truffe fiscali. E alla fine il volume delle transazioni è altissimo”. Anche per questo l’innalzamento della soglia di tracciabilità per le cifre superiori a mille euro voluto dal governo Monti non è sufficiente. “Si tratta di un problema culturale – aggiunge Russo – e per combatterlo bisogna avviare campagne di sensibilizzazione che puntino sul dovere civico di pretendere fatture e scontrini e di segnalare i trasgressori direttamente alla guardia di finanza”. Purtroppo infatti prevalgono “il rimorso” e la propensione a “non volere arrecare danni”. Anche per bypassare il problema, il sito ha preferito la denuncia anonima. “E’ curioso: la maggior parte dei cittadini – conclude Russo – ritiene che chi evade sia un ‘ladro’, eppure informare le autorità per uno scontrino non rilasciato viene considerato eccessiva”. Per recuperare quasi un quinto del Pil, non rimane che iniziare una battaglia culturale.

Articolo Precedente

Grazie Bagnasco,
ma ora trasparenza

next
Articolo Successivo

Lotta all’evasione, ecco come

next