Il concorsone delle polemiche, quello per poche centinaia di posti come personale scolastico negli istituti italiani all’estero, ha avuto un risvolto a dir poco amaro per chi ha protestato per le modalità in cui si è svolta una delle prove di selezione (articolo e video). Ben 37mila i candidati da tutta Italia. Ieri all’hotel Ergife di Roma, si è svolta infatti la prova di francese, prova sospesa il primo dicembre per proteste. Quattro persone che lunedì scorso hanno chiesto di verbalizzare alcuni “vizi di forma”, sono ora indagati dalla magistratura per interruzione di pubblico servizio. “La nostra intenzione era solo quella di registrare le irregolarità, non di sospendere il concorso – ha spiegato uno di loro ai microfoni de ilfattoquotidiano.it – l’interruzione è avvenuta nel momento in cui non ci è stato permesso di farlo”.

A parlare è uno dei quattro candidati che giovedì scorso hanno chiesto di mettere a verbale alcune irregolarità nella modalità di prova. Una selezione organizzata dal Formez per il ministero degli Esteri. “Inizialmente il presidente di commissione si è mostrato disponibile ad accogliere i nostri reclami – ha spiegato uno dei partecipanti indagati – è per questo che sono iniziate le proteste che hanno causato l’interruzione della prova, un esito che non era nelle nostre intenzioni, volevamo solo che venissero messe a verbale alcuni, secondo, vizi di forma”.

A quel punto sono state chiamate le forze dell’ordine, i candidati sono stati invitati a esprimere per iscritto le irregolarità: “In quattro siamo andati al banco della commissione, abbiamo lasciato le nostre generalità con assoluta tranquillità e registrato i nostri dubbi sulla procedura di esame – ha spiegato -, ma ora ci ritroviamo indagati, assurdo”. Oggetto della bagarre erano, in particolare, tempi troppi stretti per sostenere la prova (che prevedeva la consultazione di un volume di 4000 quiz per ogni quesito e domande su testi in lingua straniera) e la predisposizione di un unico volume per tutte le prove per cui chi doveva sostenere più test, una volta svolto il primo, avrebbe avuto la possibilità di prepararsi per gli altri. “Così è stato – ha spiegato un partecipante – soprattutto a seguito della sospensione della prova di francese in cui il testo non è stato ritirato a tutti i candidati”.

La prova, sospesa il primo dicembre, è stata ripetuta così ieri mattina nelle sale dell’hotel romano. I carabinieri controllavano la situazione all’esterno per prevenire disordini, ma non ci sono stati problemi per fortuna. Il malcontento generato giovedì scorso era, infatti, proseguito in questi ultimi giorni, in primis per il fatto che durante la sospensione delle prova di francese, alcuni candidati sono usciti all’esterno con il testo siglato dalla commissione, come testimoniato dalle immagini delle nostre telecamere. Testo che per legge non poteva uscire all’esterno.

Alcuni dei concorrenti sperano in un annullamento e promettono denunce e ricorsi. Altri credono che le prove “ormai svolte” vadano comunque considerate valide: “Ci rimettiamo un po’ tutti – hanno detto –, ma meglio avere un concorso discutibile che non averlo, c’è da tapparsi il naso e andare avanti”. Sfiancati dalle ultime giornate, in cui hanno atteso per ore all’esterno dell’hotel, perso voli pagati, prolungato la permanenza i candidati sono preoccupati anche per il peso che il concorso ha avuto sulle proprie tasche: “Ho speso centinaia di euro – dichiara una ragazza proveniente dal meridione – per una selezione che non sappiamo come procederà”.

di Paolo Dimalio e Paola Mentuccia

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