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Un venditore ambulante di democrazia

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Ama definirsi “un venditore ambulante di democrazia”. È  un attento opinionista su temi che riguardano internet, libertà d’espressione, governo e politica. Yang Hengjun, 55 anni, vive tra Cina e Australia ed è un punto di riferimento sulla rete cinese per tutti quelli che vogliono parlare di sistemi politici a un certo livello.

A tratti, leggerlo ci fa sorridere. Nessuno di noi occidentali si sognerebbe mai di definire la democraziauna questione molto intima”, né di spiegarla “senza partire da Socrate o da Tocqueville”.

Eppure in un momento in cui in Occidente è sempre più diffusa l’idea che i sistemi democratici abbiano fallito, che la politica abbia abdicato alla finanza e che i governi siano in mano alle banche centrali forse vale la pena ascoltare anche la sua voce.

Viviamo in uno strano momento in cui, dopo aver demonizzato per mezzo secolo la Cina, l’élite mondiale si ritrova a invidiare la forza del suo ‘modello’ per la capacità di elaborare velocemente decisioni complesse e difficili e per poterle tradurre in modo efficace in azione senza subire i contraccolpi della democrazia.

Il governo di Pechino soffoca le manifestazioni di piazza perché generano caos. Ma cosa stiamo facendo in America? Per quale motivo ci preoccupiamo che gli studenti scendono in piazza prima ancora di ascoltare le loro ragioni?

Abbiamo forse bisogno di ascoltare chi la democrazia la osserva da lontano senza parteciparvi per ricordare che “[le proteste de]gli anni ’50 e ’60 del Ventesimo secolo hanno curato il sistema democratico americano dalla malattia cronica della politica” e che “se oggi Obama è potuto divenire presidente lo deve a quelle dimostrazioni di protesta”?

Abbiamo veramente bisogno che sia un cinese a ricordarci che le manifestazioni di Occupy Wall Street potrebbero “curare la malattia cronica dell’economia – che include il sistema economico e quello finanziario – e alcuni problemi sociali degli Stati Uniti”?

E soprattutto. Veramente non ci ricordiamo che il dissenso, il confronto e la discussione sono il sale della politica, l’unica prova del sano funzionamento di una democrazia?

Ascoltiamo con attenzione il nostro venditore ambulante: le proteste possono far cadere i regimi, ma migliorano le vere democrazie.

Speriamo se lo ricordi anche il neonato governo Monti.

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