Molti si aspettavano che lo spread crollasse subito di 100 punti con le borse in gran recupero per l’arrivo di Monti. Ma Super Mario non ha fatto il miracolo. Alle prime luci del mattino la chiusura di Tokyo a +1,05% aveva fatto ben sperare. A Tokyo erano seguiti Shanghai (+1,92%) e Hong Kong (+1,94%), che avevano trainato le partenze delle maggiori borse europee. Milano, Francoforte, Parigi, Londra: tutti con il segno positivo. “Europa sale, fiducia a Grecia e Italia”, batte l’Ansa poco prima delle dieci. “Milano maglia rosa dopo incarico Monti”, risponde AdnKronos. Appena mezz’ora dopo i mercati invertono la tendenza. Per un attimo Milano riesce a riprendersi grazie al buon andamento dell’asta dei Btp a 5 anni, coperta integralmente – per tre miliardi di euro – grazie alla rinnovata fiducia degli “investitori esteri”, come rendono noto fonti Bankitalia citate da Reuters. Ma a mezzogiorno Piazza Affari torna negativa e poco dopo tutte le borse europee girano in rosso e salgono sulle montagne russe, con continue ed improvvise accelerate al ribasso. La chiusura dei mercati, alle 17.30, è una doccia fredda per tutti. Milano -1,99%, Francoforte -1,19%, Parigi -1,28%, Madrid -2,15%.

“Ci aspettavamo una chiusura tra il -1% e il +1%”, spiega Filippo Montesi Righetti, consigliere di Ifigest, a ilfattoquotidiano.it. “I due punti percentuali in negativo di Milano sono stati una brutta sorpresa”. Ma perché i risultati delle borse europee sono stati così deludenti? Montesi sgombra subito il campo da possibili equivoci: “Monti non c’entra. L’effetto Monti è già stato incorporato nei risultati positivi di giovedì e venerdì scorsi. Oggi i problemi sono stati ben altri: prima di tutto i risultati inattesi di Unicredit, seguiti da un nuovo allargamento dello spread dei titoli di stato francesi rispetto ai bund tedeschi decennali”.

Alle 15.45 Unicredit ha gelato i mercati comunicando una maxi perdita di 9,32 miliardi di euro nel terzo trimestre del 2011, dovuta in gran parte a “rettifiche di valore su avviamento”, per “acquisizioni effettuate nel corso degli ultimi anni”. Unicredit, che ha approvato un aumento di capitale per 7,5 miliardi di euro, non staccherà dividendi nel 2011. “Ci aspettavamo delle svalutazioni, ma non così drammatiche”, commenta Montesi. “Unicredit, come unica banca italiana considerata sistemica, e quindi rilevante per il sistema bancario europeo, era tenuta a riportare in bilancio a prezzi di mercato (e quindi a svalutare) il goodwill (avviamento) da acquisizioni in est Europa e Asia. Ma non si pensava che la banca avrebbe deciso di svalutare tutto in un’unica soluzione. Unicredit si è comportata da prima della classe, facendo una “pulizia” totale dei bilanci: via il dente, via il dolore, verrebbe da dire. Solo che, essendo Unicredit una banca di rilevanza sistemica, il dolore viene percepito non solo in Italia ma in tutta Europa”.

Oltre all’inattesa “pulizia” nei bilanci di Unicredit – che ha fatto chiudere la banca a -6,18%, seguita da Intesa Sanpaolo a -4,13% – oggi avrebbe pesato sugli andamenti delle borse anche l’allargamento dello spread francese, che ha chiuso a 164 punti base (1,64%) rispetto ai decennali tedeschi, contro i 145 punti di inizio giornata. “Il nuovo ampliamento dello spread tra i titoli di Stato francesi e il Bund mostra come la pressione si sia spostata sulla Francia e noi ne paghiamo le conseguenze indirette”, ha spiegato un gestore a MF Dow Jones. In effetti, dopo essere sceso a 456 punti con l’effetto Monti, lo spread tra i BTP decennali italiani e i bund tedeschi a 10 anni è risalito oggi a 492 punti (+7,88% in un giorno) portando l’interesse sui BTP al 6,63%. “L’Italia e la Grecia sono ora guidate da esperti indipendenti. Questo è positivo, ma il loro compito non sarà facile”, ha commentato al Financial Times Alberto Gallo, senior credit strategist di Royal Bank of Scotland. “Per Monti e per il leader greco Papademos sarà una corsa contro il tempo perché la recessione è alle porte in Italia e nella zona euro, mentre più di un quinto del debito pubblico italiano dovrà essere rinnovato entro il 2012”.

Come se non bastasse, oggi è finita di nuovo nel mirino dei mercati anche la Spagna. Lo spread dei bonos decennali spagnoli sui bund è salito a 432 punti base dai 396 di inizio giornata, portando il rendimento dei titoli spagnoli al 6,5%. “I dati economici per la zona euro sono deludenti”, commenta il Financial Times a chiusura di giornata. “La produzione industriale di settembre ha evidenziato un declino del 2% rispetto al mese precedente, mentre il Portogallo ha riportato una contrazione nei fondamentali economici nel terzo trimestre. In questo contesto ci si aspetta una diminuzione del PIL dell’intera area euro dello 0,2% nell’ultimo trimestre dell’anno rispetto al terzo trimestre”.

Dopo i fuochi d’artificio della settimana scorsa, per Mario Monti la strada è ancora lunga e tutta in salita. Ma oltre alle banche e allo spread, probabilmente continuerà a soffrire anche Mediaset. Oggi il titolo, che ha chiuso a -3,13%, è stato tra i dieci peggiori dell’Ftse-Mib. Negli ultimi sei mesi l’ammiraglia di casa Berlusconi ha perso oltre il 47% del proprio valore in borsa.


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