Premio Alpi 2011 parla al Fatto.it “Siamo pronti a modificare l’albo”
I giurati del premio giornalistico rispondono al nostro articolo sul mancato riconoscimento per il miglior servizio da tg dell'anno a Claudio Rubino, inviato (e ferito) in Libia per il Tg3 insieme alla collega Lucia Goracci, unica vincitrice per un pezzo, però, firmato a quattro mani
“Abbiamo chiesto alla signora Lucia Goracci di fornirci chiarimenti a proposito della doppia firma. Se la signora, della quale attendiamo risposta, ci indicherà che il servizio tv: ‘Libia, sotto le bombe di Ras Lanouf’ è stato realizzato da entrambi i giornalisti, sarà nostra cura modificare l’albo 2011dei vincitori e conferire il riconoscimento anche a Claudio Rubino“. La giuria del Premio giornalistico Alpi,scrive a ilfattoquotidiano.it per dire la sua riguardo il caso che Il Male di Vauro e Vincinoha tirato fuori nel penultimo numero in edicola e che il nostro sito ha ripreso (leggi l’articolo). Lucia Goracci, coraggiosa inviata di guerra del Tg3 ottiene il prestigioso riconoscimento giornalistico per il miglior servizio da tg del 2011, ma il servizio in questione è un pezzo firmato a 4 mani. Come attesta, palesemente, la messa in onda del Tg (video) di Bianca Berlinguer con tanto di lancio dallo studio.
Rubino è un inviato del Tg3, iscritto all’albo dei giornalisti professionisti della Campania dal 30/1/1996. Riduttivo quindi chiamarlo, come lo abbiamo definito noi e anche i colleghi de Il Male, solo un “cineoperatore”. E per realizzare quel servizio in Libia, l’inviato ci rimette quasi la vita. Rubino, che ha subito da pochi giorni un altro intervento ai legamenti della spalla, ci risponde al telefono: “I medici mi hanno detto che non potrò tornare al lavoro prima di tre mesi”. Rubino se la ricorda bene quella giornata nel deserto libico: “Dei libici ci avevano consigliato di non oltrepassare un certo limite sulla strada, abbiamo azzardato, poi le bombe sopra la testa, io che vengo scaraventato in terra, ma tengo la telecamera accesa, filmiamo tutto, ho le ossa rotte, ma ho la forza ancora di montare il servizio con Lucia e trasmetterlo a Roma”.
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Poi però le forze vengono a mancare, Rubino non ce la fa e viene trasportato in ambulanza (video). Le operazioni, la lunga convalescenza. Poi tempo dopo una telefonata da Riccione, dal premio Alpi. “E’ una collega di Sky che si trovava in platea per l’evento – racconta -, si complimenta con me per il premio vinto con il servizio su quella giornata a Ras Lanouf, lo ricordava bene quando è stato trasmesso, gioisco anche se rammentavo di non aver spedito nessuna partecipazione al concorso, mi sento con Lucia, vengo a sapere che è lì a Riccione, le chiedo come mai c’è solo il suo nome come vincitrice e non il mio. Mi risponde che sono citato come ‘operatore’, poi aggiunge che di lì a poche ore deve salire sul palco per ritirare la targa. Quando le dico che può ringraziare anche da parte mia i giurati e il pubblico in sala, lei mi dice: ‘Non ti preoccupare’, io aggiungo: ‘No, casomai sono io che ringrazio i giurati'”. Poi gli applausi in sala, Tiziana Ferrario del Tg1 che premia la collega Goracci. Solo una menzione generica al “cineoperatore” Rubino che è a casa ferito. Lucia ha vinto. Il suo primo giusto riconoscimento giornalistico all’Alpi.
Il giornalista intanto è a casa, lui che di premi giornalistici Alpi ne ha vinti 3, due nella sezione “Miran Hrovatin” come cineoperatore e uno nel 2007 come giornalista inviato per il servizio: “I bambini di Cana”. La rabbia cresce, decide di inviare una lettera alla giuria dell’Alpi e alla direzione del Tg3. La segreteria del premio risponde: “Il servizio così come ci è pervenuto non aveva la “camiciatura” (in pratica le grafiche dei titoli nei tg che attestano ruoli e paternità di un servizio tv, ndr), la scheda di partecipazione al concorso recava come unica firma giornalistica quella di Lucia Goracci, e il suo nome (Rubino) solo come operatore”.
Francesco Cavalli è il direttore del Premio Ilaria Alpi: “E’ la prima volta in 17 anni della manifestazione – dichiara al nostro sito – che capita una cosa del genere, ad oggi aspettiamo una risposta di Lucia Goracci per chiarire il tutto”. Poi aggiunge “una cosa, però, vorrei puntualizzare: quando l’avvocato di Lucia Goracci scrive: ‘La signora Goracci respinge le accuse che le vengono mosse, contrarie alla verità e diffamatorie, essendosi sempre adoperata a far sì che il servizio in questione figurasse realizzato da entrambi gli autori’ e ancora ‘eventuali errori ed omissioni verificatisi lungo il percorso del Premio, le sono estranei’. Ecco noi del Premio Alpi non abbiamo: né errato, né omesso nulla, cosa dovevamo mai occultare? Forse qualcun altro ha omesso il nome di Rubino”. Abbiamo provato a contattare Lucia Goracci, ma ci hanno risposto dal Tg3 che è inviata in Libia.
La Replica
In relazione alle notizie da Voi rispettivamente pubblicate e/o trasmesse circa l’assegnazione in mio favore del Premio Ilaria Alpi per il video “Sotto le bombe di Ras Lanouf”, tengo a precisare quanto segue.
Lo scorso 4 aprile 2011, mentre mi trovavo in Libia, fui contattata per email dalla segreteria del Premio giornalistico TV Ilaria Alpi. Mi venne comunicato che “molti giurati” avevano segnalato i servizi da me realizzati e mi venne richiesto di inviare, cito testualmente: “Quello del 20 marzo…più un paio che vuoi tu”. Non trovandomi in Italia, chiesi ad un amico il favore di occuparsi della cosa per me. Costui si recò, dunque, nella mia redazione e si fece consegnare copia del pezzo del 20 marzo, richiesto dalla segreteria del Premio, aggiungendo su mia indicazione la copia di altri due servizi, quello dell’8 marzo e quello del successivo 10.
Pertanto, alla luce delle richieste ricevute, riscontrabili sul sito web e delle email indirizzatemi, allorché fui informata dalla segreteria del Premio Alpi che avevo vinto, ritenni di attribuire la vittoria al servizio del 20 marzo, richiestomi espressamente dalla segreteria del Premio. Questo servizio non era stato realizzato con Rubino, ma con un operatore che lo aveva sostituito dopo l’incidente dell’11 marzo.
Questo convincimento mi ha accompagnato sino alle giornate del premio a Riccione, in giugno, trovandone conferma anche nei commenti di alcuni giurati e del collega del Tg3 che stava realizzando lo speciale sull’evento. Ancora oggi, del resto, sul sito web del Premio Alpi, cliccando sul video del servizio vincitore appare quello del 20 marzo!
Solo il giorno della conferenza stampa, a poche ore, ormai, dalla premiazione, ho potuto realizzare che c’era stato un equivoco e che il servizio premiato era quello dell’8 marzo, realizzato con Rubino. Non appena ne fui consapevole, mi sono adoperata per rimediare all’errore. Dopo una telefonata con Rubino, chiesi agli organizzatori del premio che almeno all’atto della premiazione del servizio se ne indicasse la doppia paternità. Sino ad un istante prima dell’inizio della serata, mi sono raccomandata che ciò avvenisse, per rimediare ad un errore che non ritenevo e continuo a non ritenere mio.
Ad avvocato mi sono vista costretta a rispondere avvalendomi di un avvocato. Prima, però, mi sono sentita con il presidente del premio Francesco Cavalli, non essendo stata io a curare personalmente l’invio della documentazione alla segreteria del Premio. Rammento perfettamente la sua risposta: “Lucia, è tutto in regola”.
Malgrado questi e solo questi siano i fatti, oggi, a distanza di mesi, mi trovo coinvolta in una campagna denigratoria avviata mentre ero assente dall’Italia, in cui ci si fa beffe del mio nome, sui giornali ed in televisione, senza che nessuno si sia preoccupato di chiedere la mia versione dei fatti consentendomi di difendermi da accuse tanto ignobili, quanto false, come pure sarebbe stato facile verificare riscontrando la “notizia”, preciso obbligo deontologico di tutti, satira compresa.
Quanto alla pretesa richiesta di chiarimenti avanzata nei miei confronti dal Presidente del Premio Alpi, vi comunico che nessun sollecito in tal senso mi è giunto. Del resto, che il pezzo fosse a doppia firma lo dissi a giugno, non appena ebbi consapevolezza dell’altrui errore, al momento della premiazione e da allora non mi è stato più chiesto alcunché in merito.
Lucia Goracci
Controreplica
Gentile Lucia Goracci, negli articoli de ilfattoquotidiano.it abbiamo sempre sottolineato quanto fosse giusto il riconoscimento attribuitoLe, da coraggiosa inviata quale è. Ma, visto che la polemica tra Lei e il collega Claudio Rubino si trascina da mesi a colpi di lettere dei rispettivi avvocati, non pensa che per chiarire la serie impressionante di equivoci sulla paternità del servizio da tg vincitore del Premio Alpi 2011 sarebbe bastato inviare una lettera ai giurati? Sarebbero state sufficienti due righe nelle quali Lei ricordava di aver cofirmato il servizio vincitore con lui e una copia (basta un semplice link al servizio in rete al sito internet del Tg3 e che noi de ilfattoquotidiano.it abbiamo ritrovato) della messa in onda, che attesta che il servizio trasmesso e poi premiato: ‘Libia, sotto le bombe di Ras Lanouf’ è di Lucia Goracci e Claudio Rubino. Entrambi iscritti all’albo dei giornalisti professionisti ed entrambi inviati.
Riguardo gli altri servizi segnalati dai giurati, abbiamo verificato che due sue tre di questi, sono cofirmati con Rubino. E che il sito del premio giornalistico non riporta al solo servizio del 20 marzo 2011, ma a tre servizi montati in fila (durata complessiva 05:17 minuti) e sotto una piccola scheda che definisce quale è stato, poi, il servizio da tg vincitore “Libia, sotto le bombe di Ras Lanouf’, e i ruoli: il Suo nome come unica vincitrice da giornalista e quello di Rubino solo come cameraman. Aggiungiamo, come riporta il numero 5 de Il Male, che l’avvocato dell’associazione “Premio Ilaria Alpi” ha dichiarato al settimanale satirico che “i tre servizi inviati con le relative schede di iscrizione al Premio, non indicavano coautori, ma semplicemente ‘giornalista’ e ‘cameraman’. E quella relativa al servizio poi risultato vincitore, indicava Claudio Rubino, appunto come ‘cameraman’. I video pervenuti in concorso – continua – come visionati dalla giuria non recavano alcuna ‘camiciatura’ (in pratica le grafiche, i titoli, nei tg che attestano ruoli e paternità di un servizio tv, ndr), né altra possibile indicazione relativa al ruolo di Claudio Rubino”.
Cordialmente, David Perluigi
Ps abbiamo rintracciato anche il video della premiazionee nonostante la conduttrice Tiziana Ferrario (Tg1) enunci: “Vince Lucia Goracci, con le riprese di Claudio Rubino” (minuto 27,50 circa) non c’è nessuno a rettificare sul palco che il servizio è stato cofirmato.
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La Redazione
Tel Aviv, 11 feb. (Adnkronos) - Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato l'ex consigliere senior della Casa Bianca Jared Kushner, considerato l'ideatore del piano di Trump per Gaza, durante la sua visita a Washington la scorsa settimana. Lo rivela Axios, citando alti funzionari a conoscenza dell'incontro, secondo cui i due hanno discusso di una serie di questioni, tra cui il controverso piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il controllo della Striscia di Gaza.
Kushner, marito della figlia di Trump, Ivanka, sarebbe stato una forza trainante del piano di Trump e avrebbe preso parte alla stesura dell'annuncio sulla questione, fatto dal presidente insieme a Netanyahu durante una conferenza stampa alla Casa Bianca. Come è noto, il piano prevede lo svuotamento della Striscia dai suoi residenti e la sua trasformazione nella “Riviera del Medio Oriente”.
Roma, 11 feb. (Adnkronos) - “Intervenendo all’assemblea della Cisl, Giorgia Meloni ha parlato dei rischi dell’impatto dell’intelligenza artificiale sulla tenuta di milioni di posti di lavoro. Un allarme che condividiamo e dunque la prendiamo in parola. Un intervento semplice che può fare già domani è approvare la nostra proposta di legge sulla settimana corta". Lo dichiarano con una nota i capigruppo della commissione Lavoro della Camera, Arturo Scotto (Pd), Valentina Barzotti (M5s) e Franco Mari (Avs).
"La riunione del comitato dei nove, che si sarebbe dovuta svolgere oggi pomeriggio in commissione Lavoro per fare il punto sulla Pdl per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario presentata unitariamente dalle opposizioni, è stata però rinviata a domani mattina. Dopo tre mesi dalla discussione generale in Aula, la maggioranza continua ancora a prendere e perdere tempo. Reputiamo inaccettabile questo atteggiamento. Molti Paesi nel mondo, in ultimo la Spagna, hanno già adottato tale misura che vede d’accordo la stragrande maggioranza degli italiani. Una cosa deve essere chiara a FdI, Lega e Fi: non accetteremo un ennesimo rinvio. Siamo pagati per votare le leggi, non per metterle su un binario morto com’è stato con il salario minimo e come, evidentemente, la maggioranza vuole fare anche questa volta”.
Roma, 11 ott. (Adnkronos) - Le opposizioni potrebbero presentare a breve una mozione di sfiducia nei confronti del ministro Carlo Nordio, dopo l'informativa sul caso del libico Almasri. A quanto si riferisce da fonti parlamentari, il testo è in via di definizione e ci stanno lavorando Pd, M5S, Avs, Più Europa e Italia Viva. Tutte le opposizioni, insomma, tranne Azione che non condivide lo strumento della mozione di sfiducia, così come è stato anche per quella nei confronti della ministra Daniela Santanchè.
Ramallah, 11 feb. (Adnkronos) - Le forze israeliane hanno fatto saltare in aria un'altra abitazione palestinese nel campo profughi assediato di Jenin, in Cisgiordania. I media locali palestinesi hanno riferito che la casa a due piani apparteneva alla famiglia di un combattente palestinese ucciso a luglio dalle Idf.
Nelle tre settimane successive all'entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza, l'esercito israeliano ha fatto esplodere o incendiato decine di case nella Cisgiordania settentrionale.
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Bologna, 11 feb. (Adnkronos Salute) - "In Italia solo il 50% dei genitori sceglie di vaccinare i propri figli contro il Papillomavirus (Hpv), mentre l'altro 50% rifiuta l'immunizzazione a causa della disinformazione su un vaccino che è sicuro ed efficace al 100%. La disinformazione è un problema gravissimo, che porta a dare più peso all'istinto che alla scienza. Le persone hanno paura, giustamente, del cancro. Eppure esiste un vaccino in grado di prevenire il tumore del collo dell'utero. Ogni anno, in Italia, 4.000 donne ricevono questa diagnosi e circa 1.000 ne muoiono. Non è accettabile che, nonostante la disponibilità di un vaccino gratuito, così tanti genitori decidano di non proteggere i propri figli". Lo ha detto il virologo Roberto Burioni, intervenuto da remoto al 22esimo Congresso nazionale della Sitox - Società italiana di tossicologia, in corso a Bologna.
Burioni ha poi sottolineato la solidità dei dati scientifici a supporto della vaccinazione: "Negli ultimi 18 anni - ha ricordato - sono state somministrate 900 milioni di dosi di vaccino anti-Hpv. E' un vaccino estremamente sicuro ed efficace, con effetti collaterali praticamente nulli. Nei Paesi in cui è stato utilizzato in modo esteso, come Australia e Scozia, il cancro del collo dell'utero è praticamente scomparso. Eppure in Italia il 50% dei genitori continua a rifiutare la vaccinazione per i propri figli, che viene offerta gratuitamente a 12 anni. Questo dimostra che il problema non è la mancanza di prove scientifiche".
Secondo Burioni, il nodo centrale non è tanto la capacità di comunicare la scienza o l'eventuale fallibilità del metodo scientifico, quanto la natura stessa del pensiero umano: "Il processo di conoscenza scientifica è profondamente innaturale e richiede educazione. Il nostro modo di ragionare, invece, è istintivo: tendiamo a collegare eventi vicini tra loro con un falso rapporto di causa-effetto. Lo vediamo, ad esempio, con i malori attribuiti al vaccino anti-Covid: se una persona muore improvvisamente, si pensa subito che sia stato il vaccino. Allo stesso tempo, se qualcuno muore perché non vaccinato, si diffonde l'idea che sia stato vittima di Big Pharma. E' questa distorsione della realtà che ostacola la fiducia nella scienza".
Bologna, 11 feb. (Adnkronos Salute) - Stimolato da diverse proposte emerse dalla platea di tossicologi presenti al 22esimo congresso della Sitox - Società italiana di tossicologia, in corso a Bologna, il Consiglio direttivo della società scientifica ha deciso di nominare Silvio Garattini socio onorario. Garattini, presidente e fondatore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, con la sua lettura magistrale ha aperto i lavori della giornata inaugurale.
"Siamo estremamente lieti di conferire questa onorificenza al professor Garattini, che premia un percorso encomiabile che lo ha visto in prima linea nella ricerca biomedica del nostro Paese e nella comunicazione e divulgazione scientifica", ha dichiarato il presidente della Sitox, Orazio Cantoni.
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