L'aeroporto di Kiev

Secondo l’autorevole rivista on line “The guide to sleeping in airports”, un riferimento di tutto rispetto per il popolo dei viaggiatori che si sposta con le ali, l’aeroporto di Kiev sarebbe oggi al quinto posto nella classifica dei peggiori scali al mondo. Lo precedono soltanto, nell’ordine, Orio Al Serio (Bergamo), il Keflavik di Reykjavik, Parigi Beauvais e il Terminal 1 di Manila, nelle Filippine, dove tutto è possibile, anche acquistare bottiglie d’acqua già aperte e l’attesa per il volo può diventare particolarmente spiacevole.

Detto che l’elenco si basa sul giudizio dei suoi tantissimi lettori e che quindi non può essere considerato un documento infallibile per analisi e contenuti, fa strano sapere che l’aeroporto di Kiev sia lontano dai migliori. Perché fra qualche mese da quelle parti avranno inizio gli Europei di calcio, il più importante e popolare evento europeo dedicato al pallone. E le squadre, gli sponsor, i tifosi e tutti coloro che fanno parte del grande carrozzone che sempre accompagna manifestazioni di questo livello dovranno passare anche da Kiev per raggiungere i luoghi del torneo.

I lettori di “Sleeping in airports” sono stati invitati a esprimere un giudizio su voci come qualità dei servizi, convenienza, sicurezza e corruzione. “E’ senza luci, sembra una prigione”, e ancora “il terminal di Kiev è frequentato da numerosi cani randagi”, oppure “il personale non è cortese e parla male l’inglese”. I commenti dei viaggiatori delusi sono tanti e lasciano il segno. Ma ancora più pesanti e decisive sono state le parole di Michel Platini, che soltanto un mese fa è stato in Ucraina per verificare da vicino lo stato di avanzamento dei lavori in vista dell’Europeo 2012. “C’è ancora del lavoro da fare per risolvere i problemi nei trasporti e nel settore alberghiero”, ha detto l’ex stella della Juventus. Che ha concluso il suo intervento di fronte alla stampa facendo sapere di essere comunque sicuro “che tutto sarà risolto”.

Diciamolo chiaro, malgrado le rassicurazioni di Platini l’Ucraina rappresenta il punto debole dell’intera architettura che sta dietro ad Euro 2012. Perché il Paese è preda da tempo della corruzione in diversi ambiti della vita sociale e politica, lo dicono le indagini prodotte da numerose agenzie indipendenti internazionali. E questo si riflette anche nella lentezza e nell’approssimazione dei lavori che riguardano l’organizzazione del grande evento continentale. Qualche giorno fa, l’ex premier Yulia Timoshenko (la protagonista della “primavera arancione”, anno di gloria 2004) è stata condannata a sette anni di carcere per aver creato un grave danno all’agenzia statale ucraina per il gas. E più volte l’Ucraina ha rischiato di vedersi togliere l’Europeo per consegnarlo completamente alla Polonia. Tanto per dirne una, l’ultima: a fine gennaio, Platini minacciò di escluderla se non fossero terminate le ingerenze politiche nella federcalcio. Minaccia ritirata stando alle ultime dichiarazioni del capo dell’Uefa.

Ma in Polonia le cose vanno meglio? Probabilmente sì se si parla di aeroporti. Perché “Sleeping in airports” non ha inserito alcun terminal polacco nella lista dei dieci peggiori al mondo. Vero, di Polonia non si parla nemmeno nell’elenco dei migliori, (ai primi tre posti, Singapore, Hong Kong e Seoul) ma questo vale fino ad un certo punto. Perché quel che conta è il giudizio di Platini, che ha un peso non influente nel decidere cosa va e cosa non va nel calcio europeo. Dopo la visita in Ucraina, il francese è stato proprio nel paese del primo ministro Donald Tusk. E le reazioni sono state molto diverse da quelle che erano seguite alla visita in Ucraina, sentite un po’: “Non solo gli stadi procedono bene ma anche tutte le infrastrutture, strade, aeroporti e stazioni, che saranno molto utili in Polonia e Ucraina dopo l’Europeo. Voglio ringraziare il primo ministro per tutti gli sforzi del governo. Tutto procede a gonfie vele e non vediamo l’ora di accogliere i visitatori per quella che sarà una grande festa”. Capito? Polonia batte Ucraina 2 a 0, fine della partita. E tanti auguri a chi si troverà a prendere l’aereo a Kiev.

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