«Non voterò mai per lui, – François Hollande (ndr), – siamo matti? Ma avete visto che faccia che ha? In questo momento devo dire che Sarkozy è il meno peggio di tutti». La riflessione mattutina del barista di quartiere fa quasi l’unanimità all’interno del locale. Siamo nel sud di Parigi, ma potremmo essere in qualsiasi parte della Francia. Fronte spaziosa, occhi a punta di spillo, occhialetti da quadro di partito, volto tirato a lucido e naso aquilino: Hollande non è di certo l’uomo che fa sognare le folle. Di profilo fa venire in mente Jacques Tati, eppure Hollande per conquistare Monsieur Hulot, ovvero il francese medio, – come il barista parigino, per esempio – dovrà sudarne di camicie. Senza dimenticare quella Francia rurale che vota proverbialmente con la pancia, e oggi, da questa parte delle Alpi, votare con la pancia significa Front National, e più precisamente Marine Le Pen.

François Hollande è stato investito ufficialmente, sabato 22 ottobre, come candidato unico del Partito socialista francese: sarà lui dunque a sfidare Nicolas Sarkozy il prossimo aprile 2012 per la conquista dell’Eliseo. Cresciuto sotto l’egida dell’altro François, quel Mitterrand che è stato anche l’ultimo socialista a guidare la République – dal 1981 al 1995, – Hollande rappresenta l’ala moderata del suo partito, e per questo ha un potenziale ascendente positivo sui centristi francesi, in piena crisi d’identità. Inoltre, grazie alla carta Arnaud Montebourg, il 48enne esponente della sinistra Ps vera sorpresa delle primarie socialiste, – 17% dei voti al primo turno, contro il 7% della Royal, – l’equipe di Hollande conta di avvicinare quella corrente sinistrorsa delusa dalla vittoria dell’ex segretario.

Sì, perché François Hollande, classe 1954, non rappresenta di certo il nuovo che avanza: già segretario del Partito socialista dal 1997 al 2008, l’ex responsabile di rue Solferino è stato eletto per la prima volta all’Assemblée Nationale – la camera dei deputati francese, –  nel lontano 1988. Troppo facile il paragone con il nostro Walter Veltroni, ma a difesa di Hollande va detto che il transalpino non ha mai reso pubblici presunti propositi africani. Oggi i sondaggi lo danno favorito con il 60% dei voti in un ipotetico secondo turno contro Monsieur Sarkozy. Ma la campagna elettorale entrerà nel vivo solamente a gennaio, e l’erosione del consenso è dietro l’angolo, Ségolène Royal docet.

Intanto per Hollande i problemi sono già palpabili. Dopo un’inattesa doccia di pomodori marci in un mercato del diciottesimo arrondissement parigino, fortino storico di Martine Aubry, avversaria principale alle primarie e segretario socialista in pectore, ecco i primi mugugni di Jean-Luc Mélenchon, leader del Parti de Gauche – e questa non è una sorpresa, visto il temperamento dell’ex senatore socialista, – e soprattutto la grana ecologista. Europe Ecologie – i Verdi spingono infatti affinché nel programma della sinistra venga inserita la questione nucleare, – si richiede l’abbandono totale della fusione dell’atomo, – altrimenti gli ecologisti non firmeranno alcun accordo con il Ps.

Insomma, le prime grane sono servite, mentre in sottofondo l’Ump, partito presidenziale, saluta la candidatura di Hollande come «la venuta dell’uomo nostalgico del passato, […] becchino dell’avvenire e della gioventù». Come dire, Benvenuto François. Il torero ormai è al centro dell’arena, sta a lui adesso muovere la muleta per eludere gli attacchi del toro. Non sembrano poi così lontani i tempi in cui Jacques Chirac lo definiva «il Labrador di Mitterrand». Eravamo nel 1981. La Storia si ripete.

Per concludere, un piccolo aneddoto: appena vinte le primarie socialiste Hollande ha trovato un’amara sorpresa sotto l’albero. Infatti, un elettore dell’Ump – ma esterno al partito, – ha deciso di mettere in linea l’url hollande2012.fr, acquistato appena qualche anno fa. Un chiaroveggente.

di Roberto Lapia

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