I manuali di giornalismo insegnano che “la firma di un servizio o di un articolo sottolinea la titolarità e la responsabilità per una parte sostanziale del pezzo”. E, inoltre, che è “possibile utilizzare più di una firma”. A maggior ragione se per fare un servizio chi lo ha realizzato ha riportato: un trauma cranico, la lussazione di una spalla con la rottura dei legamenti, fratture multiple alla scapola, rottura delle costole ed alcune ferite. Annesso ad un lungo periodo di ricovero in ospedale dal quale ci si sta riprendendo solo dopo lunghe terapie. Ma un reporter deve metterlo nel conto che andare sui fronti di guerra, implica un “qualche” rischio. Lo sa bene Claudio Rubino (video), cineoperatore di razza della Rai che per realizzare insieme alla brava Lucia Goracci, inviata del Tg3 di Bianca Berlinguer, un servizio dal titolo: “Libia, sotto le bombe di Ras Lanouf” , ci ha quasi rimesso la vita.

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