E’ stato difficile scrivere del movimento Occupy Wall Street mentre da Roma mi arrivavano immagini di violenza agghiacciante come un orribile déjà vu. In piazza San Giovanni c’era quasi tutta la mia famiglia. Gente a volto scoperto, italiani perbene che sono stanchi e, da ieri, ancora un po’ più offesi.

A New York, invece, l’occupazione è diventata un party, che può essere un partito ma anche una festa come, nella maggior parte dei casi è stata finora, senza nulla togliere alla rabbia, all’indignazione, alla legittimità della protesta, alla forza di un movimento nato in sordina che ora catalizza su di sé l’attenzione di tutti.

Sean Penn
, il premio Oscar da sempre impegnato, seriamente e non “solo per facciata”, in faccende politiche, ha detto durante un’intervista con Piers Morgan, andata in onda venerdi sera alla Cnn, di applaudire lo spirito della protesta. Penn, che ha ribadito il suo appoggio alle prossime elezioni a Barack Obama, ha invitato il presidente ad ascoltare i ragazzi di Wall Street e stare dalla loro parte. Ha anche chiarito Penn che la protesta degli indignados newyorchesi non ha nulla a che vedere con quella del Tea Party, per i quali non ha certo usato giri di parole: “You have what I call the ‘Get the N-Word Out of the White House Party,’ the Tea Party” (avete ciò che io chiamo il “partito del cacciamo fuori il negro dalla Casa Bianca”).

L’invito di Penn, anche se si tratta di pura coincidenza, sembra essere stato accettato da Obama, che aveva già espresso la scorsa settimana la sua vicinanza ai manifestanti di Wall Street. Ora, però, le sue posizioni di appoggio alla protesta vanno ampliandosi e formalizzandosi, diventando un possibile cavallo di battaglia dell’imminente campagna elettorale per le presidenziali. Così Tim Geithner, segretario al Tesoro, dichiara in un’intervista alla Cnbc che “nuove azioni per regolamentare Wall Street stanno arrivando” e David Pouffle, consigliere numero uno del presidente, parlando alla Cbs, conferma che “il presidente Obama sta combattendo per varare le stesse riforme che sono chieste dal movimento Occupy Wall Street”.

Forte dell’enorme consenso popolare, dunque, il movimento incassa, dopo quella di Nancy Pelosi e Hillary Clinton, l’approvazione del presidente che potrebbe in questo modo riconquistare le simpatie dei liberali di sinistra, decisamente scontenti per quanto accade a Washington.

Non a caso, l’invito della manifestazione di ieri è stato disegnato da Shepard Fairey, il grafic designer che realizzò l’immagine di Obama “Hope”.

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