Anche un Posto al Sole, la fiction Rai girata negli studi di Napoli, si è occupata di recente del tema dei rifiuti tossici interrati in Campania. Ma a volte la realtà supera la fantasia. Come il caso dell’ultimo ritrovamento di veleni. A Castel Volturno gli agenti della squadra mobile, guidati dal vicequestore Alessandro Tocco e coordinati dal sostituto procuratore Catello Maresca, hanno trovato ieri un altro cimitero di pattume tossico. Li ha condotti sul luogo Emilio Di Caterino, boss del clan dei Casalesi, oggi pentito che con le sue dichiarazioni ha ricostruito una serie di omicidi e ora disegna la mappa degli orrori. Le ruspe hanno scavato in un’area adiacente a un centro sportivo (Ippocampos) che oggi sorge nei paraggi, prima di trovare i sacchi nei quali – sono in corso le analisi dell’Arpac – dovrebbero trovarsi resti di lavorazione industriale. I rifiuti arrivavano in sacchi o anche in cassoni con all’interno la polvere tossica, interrati e alla fine coperti con uno strato di cemento.

Le esalazioni provenienti dal sottosuolo hanno rallentato le operazioni di scavo nonostante i vigili del fuoco e tecnici fossero provvisti di mascherine. Dal racconto del collaboratore emergono nuovi dettagli. Dovrebbe trattarsi di scarti di produzione dell’ammoniaca probabilmente proveniente da industrie chimiche.

I racconti sui viaggi di certo extraregionali, che sarebbero avvenuti fino alla fine degli anni ’90, sono dettagliati. Di Caterino conosce bene la vicenda perché con la sua azienda di movimento terra aveva scavato per interrare il pattume tossico, ormai in alcune parti solidificato e difficile da estrarre. Il cimitero dei veleni si trova su un’area di 17 mila metri quadrati. Le dimensioni sono giustificate dalla mole di rifiuti pericolosi smaltiti. I viaggi, avrebbe raccontato Di Caterino, erano 5 ogni due giorni e si sono protratti per 5 mesi. Un quantitativo impressionante di spazzatura tossica, un sito più volte evocato da altri collaboratori, ma mai individuato. Ora bisogna ricostruire la catena di responsabilità a partire dall’intermediario che a sua volta avrebbe utilizzato una ditta di trasporto che risulta al fattoquotidiano.it potrebbe essere lombarda. Quest’ultima dovrebbe far riferimento ad un importante smaltitore di rifiuti tossici che avrebbe acquisito da grandi industrie l’onere, a buon prezzo, di smaltire il quantitativo di pattume per poi destinarlo alle campagne casertane. Una rete che dovrebbe riguardare nuovi soggetti, mai sfiorati da indagini sui rifiuti, un velo che si sta alzando sui nuovi responsabili dell’infinita peste campana. Nel giro di poche settimane è il secondo ritrovamento di carichi di rifiuti seppelliti in terra casertana. Ad inizio settembre fu un nuovo pentito Roberto Vargas ad indicare un cimitero di veleni a Casal di Principe dove i clan avevano prima prelevato materiale edile per costruire la Nola-Villa Literno e poi interrato rifiuti tossici( c’è il rischio di un disastro ambientale). Mentre il parlamento discute di intercettazioni ci sarebbe bisogno di un intervento normativo per introdurre gli ecoreati nel codice penale e rivedere la scure dei tempi di prescrizione che potrebbe ‘salvare’ gli eco-criminali. Le scoperte dell’orrore non finiscono, al vaglio i racconti del pentito alla ricerca di nuovi cimiteri di veleni.

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