“La nuova legge sulle intercettazioni potrebbe avere un merito inaspettato: far scomparire Wikipedia”. Alberto di Majo, giornalista de Il Tempo, lo scrive oggi in un editoriale che, rimbalzando sul web, fa infuriare gli utenti online. Secondo il cronista infatti il cosiddetto “comma ammazza-blog” contenuto nel ddl intercettazioni – contro il quale oggi si manifesta a Roma (e su cui, sembra ora, l’allarme potrebbe rientrare) – potrebbe avere la conseguenza benefica di fare chiudere i battenti alla grande enciclopedia libera del web. Così, spera l’autore, si tornerebbe alla consultazione della Treccani, enciclopedia ben più autorevole.

Un editoriale che arriva all’indomani della decisione di Wikipedia di sospendere il proprio servizio informativo per protestare contro il ddl (leggi). Da ieri infatti sull’homepage del sito è stata pubblicata una comunicazione per spiegare che il “comma ammazza-blog” potrebbe determinarne la chiusura. Il motivo? “Chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog – si legge nel comunicato-, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto, indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive, di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti”.

Uno scenario allarmante per migliaia di utenti che attraverso il passaparola su Facebook e Twitter hanno diffuso la notizia ai loro contatti. Ma se in Rete ha causato preoccupazione, per Di Majo la prospettiva di chiusura di Wikipedia è anzi un’ipotesi auspicabile per un ritorno alle origini della cultura. Senza errori e senza refusi. Scrive l’editorialista: “L’enciclopedia sul Web, scritta e modificata dai lettori, piena di strafalcioni e di fonti incerte, ha fatto impallidire studiosi, spaventato accademici e depistato studenti convinti di avere a portata di mouse una Treccani. Quando s’è scoperto che non si trattava dell’enciclopedia britannica, si sono levate le proteste. Ma non c’è stato niente da fare”. Di Majo conta sulla legge per debellare la scarsa autorevolezza di Wikipedia: “Eppure dove hanno fallito professoroni e curatori di tomi a cinque stelle, potrebbero arrivare le norme anti-intercettazioni allo studio del Parlamento”. Poi riprendendo alcuni stralci del comunicato, il giornalista sottolinea come il sito, non avendo una redazione fisica, “sarebbe in difficoltà a correggere i testi” e “teme di non poter assolvere” alla rettifica richiesta dal ddl, da effettuare entro 24 ore dalla segnalazione. Il giornalista conclude poi commentando la chiusa della nota wiki (“Vogliamo poter continuare a mantenere un’enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce”) e avanza la sua proposta “D’accordo, ma non sarebbe meglio diffondere voci autorevoli? Rispolveriamo la Treccani”.

Su facebook e sui blog si susseguono a raffica commenti indignati, identici a quelli pubblicati  sotto l’articolo sul sito del giornale. Sono andato sulla Treccani a cercare la filmografia di Hitchcock e, guarda, non c’era. Il suo articolo, mi consenta, dimostra che lei non ha la più pallida idea di cosa sia Wikipedia”, scrive un lettore, mentre altri parlano di un “articolo da Medioevo” o “da uomo di Cro-Magnon”. C’è poi chi si domanda se l’autore “sia stato catapultato direttamente dagli anni ’60”, invitandolo a “darsi una svegliata” in nome della condivisione del sapere e della conoscenza. Che deve essere accessibile a tutti. E infine c’è chi ribalta la cosa con ironi: “Non vedo l’ora passi il ddl sulle intercettazioni – osserva un altro commentatore – entro 48 ore farei rettificare una ‘informazione’ simile”.

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