L’interrogatorio di Claudio Scajola, l’ex ministro dello Sviluppo economico indagato per la storia della casa con vista Colosseo “acquistata a sua insaputa”, potrebbe saltare. Per ragioni meramente tecniche.

Scajola ha ricevuto un invito a comparire, emesso dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dai sostituti Ilaria Calo e Roberto Felici, il prossimo 21 settembre, nell’ambito della vicenda che lo vede indagato per violazione della legge sul finanziamento ai partiti, in merito all’acquisto ed ai lavori di ristrutturazione dell’appartamento di 200 metri quadri di via del Fagutale, a Roma, con affaccio sul Colosseo. Una parte dei soldi utilizzati per l’acquisto di quella casa, secondo la Procura, furono ceduti dall’imprenditore Diego Anemone, già coinvolto nell’inchiesta sugli appalti per il G8 alla Maddalena e i Grandi eventi.

L’invito a comparire fissato per il 21 settembre, come hanno chiarito gli stessi magistrati, è un atto necessario per prolungare i tempi di prescrizione. Ma l’ex ministro potrebbe riuscire a schivare il confronto con i magistrati: lo rivelano fonti vicine alla procura secondo cui il legale di Scajola, Giorgio Perroni, sarebbe in procinto di depositare una memoria difensiva che solleverebbe Scajola dall’imminente confronto.

Un’altra audizione in procura a Roma è invece fissata per il 6 settembre: quel giorno saranno sentite altre persone coinvolte nell’inchiesta, a cominciare da Barbara e Beatrice Papa, che dell’appartamento di via Fagutale furono proprietarie prima dell’ex ministro. Poi l’architetto Angelo Zampolini, che nell’operazione, secondo gli inquirenti, consegnò i 900mila euro per l’acquisto dell’immobile in assegni circolari. E anche l’imprenditore Diego Anemone, almeno in teoria. In pratica, infatti, l’avvocato di quest’ultimo, Cesare Placanica, ha chiarito di non aver ricevuto finora “alcun invito a comparire né per il 6 settembre né per altra data”.

Quanto all’ex responsabile dello Sviluppo economico, la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Roma è arrivata due giorni fa. Scajola, come lui stesso ha dichiarato in una intervista al quotidiano Il Messaggero, era in ferie, e ha deciso di restare dov’era per “non farsi rovinare le vacanze per questa storia che è sempre la stessa storia. Un vero tormentone.”

Il politico imperiese ha anche aggiunto che una volta rientrato andrà in Procura a rendere tutte le spiegazioni sulla vicenda della casa, che finora, ha detto, “non ho dato perché nessun magistrato me le ha chieste”. Insomma, Scajola proclama la sua innocenza ribadendo di non essere “un corrotto”, mentre il suo avvocato deposita carte che ritardano il colloquio con gli investigatori.

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